La conferenza di presentazione dopo il licenziamento di Mihajlovic. "Ogni allenatore è un'artista e ha il suo canovaccio. Io ho il mio"

Un 'matrimonio' atteso dieci anni. E' quello celebrato nelle ultime ore tra il Torino e Walter Mazzarri, che incrociano solo oggi le loro strade nonostante il tecnico toscano fosse da tempo nei piani del patron Urbano Cairo. "Per me è un sogno che di avvera", ha dichiarato il patron inaugurando la conferenza di presentazione.

"Con lui ebbi già dei contatti nel 2007. Ci fu subito un grande feeling poi però non riuscimmo a trovare un accordo. E' un allenatore che ha fatto benissimo sempre, a partire dalla Reggina passando per la Sampdoria fino alle grandi cose fatte al Napoli". "Quello che mi è sempre piaciuto del tecnico – ha proseguito Cairo – è che vedevo una persona molto dedicata e determinata con un solo obiettivo in testa, portare la propria squadra il più in alto possibile. Sono i dettagli che fanno la differenza, soprattutto nel calcio moderno, e Mazzarri è molto attento alle piccole cose".

La 'mission' che il presidente granata affida al mister toscano è rivilitalizzare una squadra partita con ambizioni di Europa e sprofondata in una classifica anonima. Una flessione che ha spinto Cairo a decidere per il cambio tecnico nella turbolenta notte del post-derby e a congedare, così, Sinisa Mihajlovic al giro di boa della stagione. Ma il presidente, che non esonerava un tecnico dal 2011, ha tenuto a precisare che con lui "il rapporto è sempre stato ottimo. Lo ringrazio per quello che ha fatto e per l'impegno. Non c'è nulla tra noi. Non sono venuti i risultati, è questo il vero tema. Gli faccio un in bocca al lupo per il suo futuro ma ciò che conta per noi è fare bene".

E il futuro sul campo dei granata passa adesso dalla gestione di Mazzarri, che torna in Italia dopo la parentesi in Premier League con il Watford e non nasconde la soddisfazione nel riabbracciare la 'sua' Serie A. "In questo momento sono carico ed emozionato, pronto per questa nuova avventura", ha esordito il neo allenatore granata. "Si è da subito creato gran feeling con i suoi collaboratori: nel calcio credo che i rapporti interpersonali siano indispensabili. Entrare al Filadelfia ed in una società con un passato così glorioso fa venire la pelle d'oca. Sono rientrato in Italia con entusiasmo: se ho scelto di entrare in questa società e in questo ambiente, è perchè credevo che fosse quello ideale per me. Penso di poter fare bene: non amo fare grandi proclami, preferisco dare spazio ai fatti e non alle parole. Gli allenatori hanno il dovere di far rendere al massimo i giocatori".

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