La squadra francese ha speso 400 milioni e non è riuscita a superare gli ottavi di Champions. Avanti il Real. Polemiche già nel dopo gara
Era l'ottavo di finale più atteso. E al tempo stesso rappresentava uno spartiacque per il destino dei due tecnici. Alla fine a spuntarla è stato il Real Madrid, che dopo essersi imposto al Bernabeu per 3-1 ha vìolato anche il Parco dei Principi. Il Psg resta così ancora una volta a mani vuote, nonostante il maxi investimento in estate da 400 milioni di euro per gli acquisti di Neymar e Mbappè: niente ingresso tra le migliori otto nella massima competizione europea, boccone amarissimo da digerire. Zinedine Zidane, lontano anni luce in classifica dal Barcellona nella Liga, resta attaccato al treno della Champions League. E alla panchina dei 'blancos'.
Quasi un paradosso dato che Unai Emery, che sta dominando in Ligue 1, ha scritto invece con ogni probabilità nella serata di martedì la parola fine alla sua avventura sotto la Tour Eiffel. Al momento Nasser Al Khelaifi davanti ai microfoni prende tempo. "Siamo tutti molto turbati, rifletteremo con calma su cosa cambiare", ha commentato il presidente dei parigini nel post partita. Quel che pare certo, secondo quanto rimbalza dalla Francia, è che il primo a pagare lo scotto dell'ennesima eliminazione prematura sarà l'allenatore. Emery, in scadenza a giugno, non sarà confermato. E c'è già la fila dei nomi pronti a sostituirlo. Da Antonio Conte, verso il divorzio con il Chelsea a fine stagione, passando per Massimiliano Allegri e Mauricio Pochettino, tecnici rispettivamente di Juventus e Tottenham. C'è infine la carta Luis Enrique, che potrebbe essere fondamentale anche per trattenere la stella Neymar (altro nodo da sciogliere) ma l'ex allenatore del Barcellona pare l'erede designato proprio di Conte sulla panchina dei 'Blues'.
In qualche modo a Parigi il vaso di Pandora si è già aperto dopo il triplice fischio che ha sancito l'eliminazione dalla Champions League. Julian Draxler nell'immediato post partita ha attaccato senza mezzi termini il proprio tecnico per l'ingresso in campo tardivo (al posto di Di Maria), a qualificazione ormai sfumata. "E' stata una mancanza di sensibilità, non l'ho capito – ha raccontato all'emittente tedesca 'Zdf' – Non è stato logico, non so cosa sia successo. La rete del pari non cambiava niente. Sono rimasto sorpreso e mi sono un po' arrabbiato". Come non bastasse il tedesco ha poi rincarato la dose. "Quest'estate abbiamo speso 400 milioni di euro e tutti hanno detto che le cose sarebbero cambiate, ma non siamo riusciti a superare il turno – ha evidenziato – Il Real Madrid ha giocato tranquillamente, non era nervoso. Abbiamo fatto girare il pallone ma non puoi vincere facendo soltanto questo. Abbiamo meritato l'eliminazione, quando sei sotto 3-1 con il Real non puoi solo fare dei passaggi e sperare che qualcosa cada dal cielo".
La sensazione è che la squadra sia giunta alla fine di un ciclo. Soprattutto a centrocampo si va verso una rivoluzione in estate. La carta d'identità di Thiago Motta (35 anni) non mente. Qualche dubbio comincia a trapelare anche sulla tenuta a livello mentale (oltre che fisica) di Marco Verratti, tra i giocatori bocciati a causa dell'ingenua ed evitabile espulsione per proteste che ha indirizzato pesantemente una partita già in salita. Ogni situazione però passa in secondo piano rispetto a quello che è il vero nocciolo della questione: il futuro di Neymar. Thiago Silva, capitano e connazionale della stella brasiliana, non è stato del tutto rassicurante parlando a caldo dopo la gara con il Real. "Credo che resterà – ha ammesso – Vedremo cosa succederà al termine del Mondiale". Dal canto suo il diretto interessato, il grande assente della sfida di ritorno, che sta recuperando dalla frattura al quinto metatarso del piede destro, si dice "triste per la sconfitta" e ancor più "per non aver aiutato i compagni di squadra in campo". E se non fosse solo Emery a salutare la Francia in estate?
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