E sul primogenito Christian: "Avrei preferito vederlo praticare un altro sport ma ama il calcio"

Francesco Totti compie 42 anni e 'si regala' un'autobiografia. Un capitano arriva nelle librerie per raccontare la sua carriera e tanti aneddoti extracalcistici legati alla sua vita privata. Ad esempio le speranze per il futuro dei suoi figli.  "Speravo che Christian facesse un altro sport, tipo il tennista, così potevo seguirlo e girare il mondo. Lui però è innamorato del calcio e fino a quando gli piace e si diverte è giusto che faccia quello che vuole", ha raccontato Totti in esclusiva a Verissimo, su Canale 5, dove sarà ospite sabato, parlando del suo primogenito. "Fortunatamente ha un papà che ha fatto il calciatore e che potrà valutarlo anche in maniera cruda – ha aggiunto l'ex fuoriclasse della Roma – Non sarà semplice per lui, ma è un ragazzo come tutti gli altri. Non è che perché si chiama Totti gli è tutto dovuto, anzi, per come siamo fatti io e Ilary, per fare una cosa dovrà impegnarsi più degli altri".

Parlando del rapporto con i genitori, Totti ha raccontato che "mio papà non mi ha mai fatto i complimenti, anzi mi ha sempre bastonato. Quando facevo due gol mi diceva che dovevo farne quattro. Fino all'ultimo giorno non mi ha mai detto niente, ora però ha detto che gli manca non vedermi più in campo". "E forse – ha ammesso – è stata questa la mia fortuna. I miei genitori mi hanno insegnato i valori giusti, come portare rispetto verso le persone più grandi. Anche mia mamma mi ha aiutato in tutto, veniva a prendermi a scuola e poi mi portava agli allenamenti: ogni giorno si faceva 80 chilometri in macchina". Sulla viglia di allargare ulteriormente la famiglia la bandiera giallorossa ha rivelato che "ho detto che volevo cinque figli e Ilary mi ha preso per pazzo. Però piano piano la convincerò. L'amore migliora e con i figli migliorerà ancora di più, il che – chiosa – non significa che faremo altri bambini. Devo trovare il momento giusto per proporglielo. Adesso siamo in stand by!".

Non solo retroscena personali, però. Tra le pagine di Un capitano, Francesco Totti racconta che con Luciano Spalletti arrivò a un passo dalla rissa. Tra gli episodi raccontati, quello in cui Spalletti cacciò il numero 10 da Trigoria. Era il febbraio 2016, tra i due volarono parole grosse. "Tu ormai sei come gli altri, dimenticati di quando eri insostituibile", gli disse il tecnico. "Vigliacco, adesso che non ti servo più mi rompi il cazzo, eh? Sei tornato qui con una missione, portala a termine!", la replica dell'attaccante. "Ce le diciamo tutte, alla fine di sottinteso non resta nulla", racconta Totti nel libro. Viene poi rievocato il dopogara con l'Atalanta, aprile 2016, segnato da un duro confronto negli spogliatoi: "Quando rialzo la testa trovo la faccia di Spalletti a un centimetro dalla mia. Mi aspettava. 'Basta, hai rotto le palle, pretendi ancora di comandare e invece te ne dovresti andare, giochi a carte malgrado i miei divieti, hai chiuso'. Il tutto gridato a massimo volume. È l'ultimo litigio tra me e Spalletti, nel senso che perdo le staffe anch'io e ci devono separare in quattro perché altrimenti ce le daremmo di santa ragione. Di lì in poi, chiuso".
 

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