Lutto nel mondo del calcio. L'esordio il 18 marzo 1973 in Fiorentina-Cagliari
Mondo del calcio in lutto. È morto, all'età di 75 anni, l'ex arbitro internazionale Luigi Agnolin. Ne dà notizia l'Associazione Italiana Arbitri che ha disposto agli arbitri designati per tutte le gare di questo fine settimana il "segno di lutto al braccio nel ricordo di Agnolin".
Arbitro dal 1961, diresse 226 gare in Serie A in cui esordì il 18 marzo 1973 in Fiorentina-Cagliari (3-0). Nominato arbitro internazionale nel 1978, rappresentò l'Italia al Campionato mondiale di calcio 1986 ed a quello di Italia '90. Nel 1980 Agnolin fu insignito del prestigioso Premio Nazionale 'Giovanni Mauro'. Tra il 1990 e il 1992 ricoprì il ruolo di commissario della Can C, prima di lasciare l'Associazione. Nel 2006 fu nominato commissario straordinario dell'Associazione Italiana Arbitri. "Il presidente dell'Aia Marcello Nicchi e il vice Narciso Pisacreta, insieme ai componenti del Comitato Nazionale, al responsabile del Settore Tecnico Arbitrale Alfredo Trentalange ed ai responsabili degli Organi Tecnici Nazionali, anche a nome dei 33.000 arbitri italiani, esprimono alla sua famiglia profondo cordoglio e vicinanza", si legge nella nota. Cordoglio anche dalla Lega Serie A: "Il presidente Gaetano Miccichè, anche a nome dell'amministratore delegato Marco Brunelli e di tutte le società della Lega Serie A, esprime le più sentite condoglianze ai famigliari, unendosi al loro dolore per la sua scomparsa".
"Con Luigi Agnolin se ne va un pezzo di storia dello sport nazionale e veneto. Un esempio di serietà, onestà e professionalità in un mondo non facile come quello del calcio. Ma il suo insegnamento non va perduto, perché lo stile non ha tempo", ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ricorda la figura dell'ex arbitro internazionale di Bassano del Grappa, scomparso all'età di 75 anni. "Quando la voce dei cronisti scandiva la frase 'arbitra Agnolin di Bassano' – ricorda Zaia – significava che la partita, anche la più complicata, era in buone mani, a garanzia delle squadre e dei loro tifosi, perché in quella giacchetta nera tutti ammettevano esserci un signor arbitro e un uomo onesto. Due mondiali in cui fu sempre valutato tra i migliori, finali infuocate di Coppa Coppe e Coppa dei Campioni, centinaia di partite di serie A condotte con autorevolezza sempre accompagnata dal garbo – ha concluso Zaia – rendono grande questa figura di uomo di sport. A maggior ragione oggi, nell'epoca dell'elettronica, della Var, degli slow motion, c'è un po' di nostalgia nel ricordare le decisioni di Agnolin di Bassano, prese in una frazione di secondo e senza possibilità di appello, come solo i grandi sapevano fare".