La compagna del capitano della Fiorentina ricomincia a vivere per il bene della piccola Vittoria, nonostante il vuoto e la sofferenza per una vita spezzata che ne ha cambiate altre due per sempre
Non hai mai parlato dopo la morte di Davide Astori, quel maledetto 4 marzo 2018. Ora la sua compagna, Francesca Fioretti, racconta il capitano della Fiorentina a Walter Veltroni, in un'intervista per il Corriere della Sera. "Era un animo gentile, era un uomo curioso e allegro. Amava l’architettura, leggeva molto e gli piaceva scoprire quello che non sapeva, cercare ciò in cui si sentiva debole. Eravamo felici, davvero. Mi sembrava che la vita mi avesse fatta bella, con lui".
Si erano conosciuti una sera del settembre 2013. "A una festa lui mi ha fermato per chiedermi come era il Vietnam, – ha ricordato – dove io ero stata come concorrente del programma televisivo Pechino Express. Sembrava una strategia di 'rimorchio', ma la vita e i nostri viaggi si sarebbero incaricati di provarmi che era sincero. Quella notte mi arrivò il suo primo messaggio, si era fatto dare il numero da un amico. Mi ha scritto per un mese, ogni giorno". Inizia la vita insieme, fatta di viaggi, avventure. la convivenza a Roma e poi il test di gravidanza positivo.
"Prima del viaggio in Perù – ha raccontato Fioretti – scoprii di essere incinta. Dopo un controllo fatto lì ci dissero che avevamo perso la nostra creatura e invece, tornati a Roma, abbiamo scoperto che non si era mossa, era lì ad aspettarci. Lui allora si convinse che era femmina. 'Se è così forte, non può che essere una bambina'. E per questo decidemmo di chiamarla Vittoria."
Il prossimo febbraio la bambina compirà 3 anni e dei giorni bellissimi, sereni e felici vissuti insieme al papà non ricorderà nulla. Per questo Francesca Fioretti sta conservando tutto di lui: dalle chat su Whatsapp ai video insieme, dai vestiti alle fotografie. E da quei ricordi prende forza per ricominciare per il bene della sua bambina. A poco più di sei mesi dalla morte di Davide Astori, Fioretti cambia città, si trasferisce a Milano e ricomincia il lavoro da attrice. "Ora – cha concluso la mia vita deve ricominciare. Ce la metterò tutta. Di una cosa sola sono certa. Di avere reso felice Davide nel tempo che abbiamo vissuto insieme. Nei momenti di sconforto penso che il destino con noi sia stato davvero ingiusto, ma sono disposta a sostenere il peso del dolore perché se non avessi incontrato Davide non ci sarebbe stata la gioia del nostro amore che ha reso possibile che lui si realizzasse e completasse come uomo e come padre. Se ne è andato, ma era nel momento più pieno e felice della sua vita, e se il mio dolore deve essere il pegno da pagare per questo, lo potrò sopportare per sempre. Dovevamo camminare insieme, fino a perderci. Invece siamo soli. Tutti e due. C'era una vita possibile, per me e per lui. Ora, almeno per me, ce n’è un’altra, che non ho scelto. La costante gioiosa è Vittoria. Vittoria, la vita che non smette".
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata