La vigilia di Milanello è stata a due volti. Con il post-derby ancora perfettamente in grado di 'tenere' la ribalta

Turnover ragionato come contro l'Olympiacos, non massiccio come contro il Dudelange. È questa la ricetta di Rino Gattuso per tornare ad affrontare a San Siro in una gara ufficiale il Betis Siviglia, 41 anni dopo il 2-1 vittorioso ma con eliminazione rossonera del settembre 1977. Si trattò dell'ultima gara disputata dal Milan nella storia della Coppa delle Coppe, trofeo europeo vinto 2 volte dai rossoneri, nel 1968 a Rotterdam contro l'Amburgo e nel 1973 a Salonicco contro il Leeds. Ma la storia è solo spettatrice dell'attuale momento dei rossoneri, attesi al varco in Europa League dopo il derby.

Da Milanello trapela che chi segue la pista Donadoni è fuori strada, lo stesso procuratore Giovanni Branchini ha ricordato di non aver mai fatto cene del genere e di non essere da tempo l'agente dell'ex ct azzurro. Lo stesso Rino Gattuso non si è sottratto al tema che lo riguarderebbe da vicino, nella conferenza stampa della vigilia a Milanello: "Faccio l'allenatore, so che quando non arrivano i risultati sono in discussione. Ho subito pressioni peggiori, qui si fanno dei nomi. Con Leonardo e Maldini c'è sempre un confronto, gli racconto come la vedo, anche loro. Ci possono essere alti e bassi, ma ci diciamo le cose in faccia. Quello che è successo tra me e Leonardo è successo tanti anni fa, c'è grandissimo rispetto e ci diciamo le cose direttamente, il rispetto non deve mai mancare". È questo il clima, di rinnovata coesione con la squadra, nel quale il tecnico rossonero ha dato il via alla seduta di lavoro delle 17.15 sul campo centrale di Milanello, ultimo allenamento prima del confronto con il Betis, squadra-record in Europa in tema di possesso palla.

La vigilia di Milanello è stata a due volti. Con il post-derby ancora perfettamente in grado di 'tenere' la ribalta. Le parole di Ringhio al riguardo: "Siamo venuti a mancare sul palleggio, non riuscivamo a partire dal portiere, quando non partiamo dal basso le nostre giocate vengono meno. Se la partita fosse finita 0-0 sarebbe stata giudicata diversamente. Potevamo fare qualcosa più in fase di possesso, in fase di non possesso la squadra mi è piaciuta tantissimo, erano mesi che non vedevo una squadra così attenta. Le partite hanno delle dinamiche, tante volte l'emozione ti può ingannare, non mi posso sentire tradito. Mi sento offeso quando sento che la squadra non si è impegnata e ha giocato per il pareggio. Ho visto una squadra che non riusciva ad esprimere il suo gioco quando aveva palla, ma sono riuscito a vedere un carattere che non vedevo da tanto tempo".

È stato soprattutto un aspetto a vedere Gattuso protagonista a cuore aperto, come se in quel momento stesse parlando direttamente ai suoi tifosi: "Non prepariamo le partite per pareggiarle e non ho preparato la partita per pareggiarla". Tanti concetti, tanta passione. Ma il Milan non verrà giudicato solo per il derby. Arrivano tanti impegni, uno dopo l'altro. E la situazione che è tutt'altro che drammatica, va tenuta sotto controllo. Anche per questo Rino Gattuso ha studiato a fondo i prossimi avversari, gli spagnoli allenati da Quique Setien: "È una squadra che a Madrid contro il Real ha fatto il 65% di possesso palla, fa pochi gol ma ha tantissima qualità. Gioca con una difesa a tre, sarà una partita molto scomoda. Scenderà in campo la squadra migliore, che ha più benzina, è una partita molto difficile, è una squadra impegnativa che ti fa correre tanto". In porta, come scelta di fondo in tutte le coppe, ci sarà Pepe Reina, ma senza alcuna abiura nei confronti di Donnarumma: "Era un portiere in crescita, lo avete detto voi. Le scelte le faccio io, non vado dietro ai tifosi, con tutto il rispetto che posso avere per la tifoseria. E' tranquillo, ha avuto un lutto familiare l'altro ieri, è venuta a mancare la nonna. Ieri non ho avuto modo di parlare con lui. Deve lavorare con professionalità, l'errore per chi gioca a calcio ci può stare".
 

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