Troppi infortunati e una campagna acquisti a rilento: c'è una precarietà diffusa che rende delicata l'estate del Diavolo

A preoccupare il Milan non è tanto la sconfitta contro il Bayern (1-0), in fondo abbastanza prevedibile vista la differenza di valori tecnici in campo, quanto piuttosto l'infortunio alla caviglia di cui è stato vittima Theo Hernandez, uno dei 'colpi' messi a segno dalla premiata ditta Gazidis-Maldini-Boban. Il terzino francese, nella gara che si è disputata nella notte contro i tedeschi, ha rimediato un trauma distorsivo alla caviglia destra, Si è temuta la frattura, esclusa dai primi accertamenti medici, ma è ancora da verificare la tenuta dei legamenti: procedendo per via induttiva, è immaginabile uno stop abbastanza lungo, anche se qualsiasi valutazione verrà fatta nelle prossime ore. Un inghippo che rallenta ulteriormente il processo di crescita del gruppo, sempre alle prese con le angosce del mercato.

Hernandez si è svitato una caviglia, Cutrone (male, forse malissimo) si è divorato un gol, Goretzka invece il gol l'ha segnato (grazie a un errore di Strinic) e così la sfida contro i campioni di Germania si è conclusa con una sconfitta. Nulla di allarmante, anzi si sono colti qua e là segnali positivi da parte della squadra di Marco Giampaolo, però la strada è ancora lunga e la lista dei degenti dell'infermeria comincia a diventare preoccupante. Oltre a Hernandez, sono fuori uso Musacchio, Romagnoli, Suso, Rodriguez, Krunic oltre ai lungodegenti Bonaventura e Caldara. Unica nota lieta: ha esordito Daniel Maldini, figlio di Paolo: una buona prestazione da trequartista, il futuro scritto nel nome. Anche per lui, comunque, la strada è ancora lunga.

Sul fronte della campagna acquisti, il mancato trasferimento di André Silva al Monaco e i rallentamenti nella trattativa per Angel Correa stanno inquietando la società. Figurarsi i tifosi. L'argentino dell'Atletico è a un passo ma non è preso, malgrado il desiderio del club sia quello di accelerare il più possibile la trattativa per regalare una 'spalla' a Piatek. Un'operazione da 40 milioni che deve essere finanziata con cessioni illustri, da Kessie a Donnarumma, da Calhanoglu a Castillejo, da Biglia a Suso. Insomma, a certi prezzi nessuno è incedibile. Ed è proprio questa precarietà diffusa a rendere delicata l'estate del Diavolo a dispetto di una serenità esteriore quasi contagiosa.

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