ll giovane centrocampista giallorosso si confessa in un'intervista a 360 gradi con il magazine 'These football Times': "Ringrazio Di Francesco per avermi fatto esplodere"
"Non sono Totti, ma spero un giorno di essere bravo come lui". In un'intervista al magazine 'These football Times' Nicolò Zaniolo si racconta a 360°, partendo dal paragone con l'icona della Roma. "L'unico modo che ho per farlo è lavorare duro ogni giorno in allenamento, fidarmi dell'allenatore e poi portare tutto questo in campo davanti ai tifosi. Poi lascerò decidere a loro – ha sottolineato il centrocampista giallorosso, come riporta 'laroma24' – Non mi aspettavo di avere un impatto del genere dal momento che arrivavo dalla Primavera e avevo molto da imparare. Ho ancora tanti obiettivi da raggiungere e per arrivarci devo continuare a lavorare. Ho imparato tanto la scorsa stagione, ma ora devo andare oltre e continuare a spingere con la Roma". Zaniolo ha ricordato poi il suo arrivo nella capitale nell'operazione che ha portato Nainggolan all'Inter. "Quando un grande club con la storia della Roma ti vuole e ha dei progetti per te in prima squadra, è difficile dire di no. Confesso che credevo di essere mandato in prestito perché avevo tanto da imparare e un nuovo spostamento è sempre un rischio, ma Eusebio Di Francesco aveva fiducia in me dall'inizio e mi ha aiutato tanto – ha ammesso – Se non fosse stato per lui non sarei riuscito a esplodere. E' davvero bravo con i giovani e io gli devo tanto, così come a tutte le persone che mi hanno aiutato a Roma".
L'idolo da bambino invece è stato "senza dubbio Kakà, specialmente durante i suoi anni al Milan e con il Brasile. Era il centrocampista offensivo perfetto: forte, tecnicamente perfetto e in grado di fare assist e segnare". Lui però si sente un centrocampista a tutti gli effetti. "Da bambino ho sempre giocato da numero 10, ma confesso che mi piace giocare da numero 8 o addirittura da centrocampista difensivo. Per ora gioco in qualsiasi posizione, poi forse un giorno mi sistemerò in basso, finché non arriverà un allenatore che mi vede come playmaker offensivo – ha sottolineato – Giocherò ovunque finché resterò in campo". L'ultima battuta è riservata a Daniele De Rossi. "E' sempre stato un leader e una persona fantastica, quindi è facile imparare da lui e dagli altri giocatori d'esperienza. Se non ci riesci c'è qualcosa che non va. La cosa che ho imparato maggiormente è l'umiltà. Aveva tempo per tutti, per i tifosi, per lo staff e per gli altri giocatori. Fuori dal campo si preparava bene ed era concentrato sulla Roma – ha raccontato Zaniolo – Cerco di portare queste cose nella mia vita, mettere la Roma al centro di tutto. Forse a quel punto potrò crescere e migliorare come lui".
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