Giampaolo sembra al capolinea ma neanche Maldini e Boban possono dormire sonni tranquilli
Per adesso paga Marco Giampaolo ma non è detto che, se la situazione non dovesse cambiare radicalmente e in tempi brevissimi, anche ad altre figure di primo piano venga presentato il conto. Perché dopo un mese e sette partite di campionato il Milan è ridotto così: una società scossa da un avvio di stagione disastroso, un gruppo dirigente alla prese con il fallimento della guida tecnica, lo spogliatoio fragile, i giocatori irriconoscibili (uno su tutti, Piatek), il popolo dei tifosi incredulo di fronte a un altro, rumorosissimo flop. Per adesso paga Giampaolo, sì, ma Paolo Maldini e Zvone Boban, ovvero i Grandi Manovratori rossoneri, devono vigilare sul proprio destino.
La proprietà, cioè il fondo Elliott, cioè la famiglia Singer, non può essere felice per la gestione del club e per come è cominciata la ricostruzione. Che, al momento, non ha ricostruito nulla. Semmai ha sfasciato sogni e ambizioni. Giampaolo è la prima delle vittime sacrificali, la più facile, la più indifesa. Lo considerano inadatto, ora: però è stato scelto, non si è imposto con la forza, non ha puntato la pistola alla tempia a nessuno per strappare un contratto. Lo hanno scelto Maldini e Boban che adesso gli attribuiscono tutte le colpe nella gestione del gruppo, nell'impostazione tattica della squadra, nell'assortimento di titolari e riserve. La sensazione è che Giampaolo avrà pure le sue responsabilità ma gli è stato messo a disposizione un organico non adeguato ai pruriti rossoneri, 'figlio' di una campagna acquisti votata al risparmio, senza colpi, senza anima, senza una logica.
Cosa sta capitando al Milan sembra il sequel della gestione cinese di Marco Fassone e di quella più recente di Leonardo. Non c'è mai stata una svolta, la stessa svolta che si percepisce all'Inter con l'avvento della proprietà Suning, di Beppe Marotta e di Antonio Conte. Da Montella a Gattuso a Giampalo il sottile filo rossonero che avvolge delusioni e inciampi è sempre il medesimo. Forse il punto (debole) sta qui, in chi comanda. Forse.
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