Gli auguri del club sardo per i 75 anni di "Rombo di Tuono"
Il Cagliari celebra uno dei suoi miti. Nel giorno del 75° compleanno di Gigi Riva, il club sardo dedica un lungo ritratto sul proprio sito ufficiale all'attaccante soprannominato da Gianni Brera "Rombo di tuono". "Era solo un ragazzino smilzo, timido", si legge. "Parlava poco, l’espressione imbronciata di chi a 18 anni aveva già molto vissuto e sofferto. Il cuore gonfio di orgoglio, la testa piena di riccioli e di sogni. Voleva diventare un calciatore, indossare un giorno la maglia della Nazionale. Il pallone era una malattia sin da bambino. Giocava per le polverose strade del suo paese, giorno e notte. E ci sapeva fare. L’avevano convocato nella Nazionale Juniores, lo volevano tante squadre importanti. Andrea Arrica, general manager del Cagliari – ricorda il club rossoblu – aveva anticipato tutti e se l'era portato a casa. Gli era costato 37 milioni, uno sproposito. Correva l'anno 1963, era d'estate, in pieno boom economico".
"Però lui, Riva Luigi da Leggiuno, di trasferirsi non ne voleva sapere. La Sardegna gli sembrava uno scoglio sperduto in mezzo al mare, popolato da banditi e pirati. Aveva minacciato addirittura di smettere di giocare. Alla fine si era convinto almeno a provare. Non poteva sapere che quell'isola gli sarebbe entrata nel sangue e che sarebbe diventato uno degli eroi popolari della sua lunga e gloriosa storia". "Non è stato amore a prima vista, il sentimento è nato piano, con la quotidianità, di pari passo con la scoperta e con la conoscenza", sottolinea il Cagliari. "L'hanno conquistato la semplicità e la fierezza della gente, l'affetto spontaneo e genuino che gli è stato donato. E che lui ha ricambiato con il cuore, con la passione. Tutto, goccia dopo goccia. Un amore che dura tuttora, 56 anni dopo. Capita quando le radici sono tanto profonde, quando si ha ancora voglia di dare, di essere sempre lì l'uno per l'altro". "164 gol in 315 partite di campionato. Tre volte capocannoniere. Uno storico scudetto, un secondo posto", si legge ancora. "Le imprese del suo Cagliari sono state molto di più che semplici vittorie sportive: sono state gli strumenti per la rivalsa sociale di tutto un popolo. Emozioni e pelle d'oca. Il ruggito dell'Amsicora e del Sant'Elia ad accompagnarne gli scatti, densi di rabbia, di furore; ad esultare su quelle conclusioni mancine, potenti, chirurgiche, imprendibili; ad esaltarsi su quei balzi in acrobazia che tranciavano l'aria e terminavano con girate a rete che sfidavano le leggi della fisica".
"Emblema di coraggio, sacrificio, dedizione. 'Mette la testa dove gli altri mettono il piede', ha detto di lui un suo vecchio allenatore, Lupi. Oltre al rossoblù – ricorda il Cagliari – ha palpitato solo per l'azzurro della Nazionale, di cui resta miglior realizzatore: 35 gol in 42 partite; e a cui ha immolato due volte le gambe. Tesoro di Sardegna, patrimonio del calcio italiano e mondiale". "La gente non ha dimenticato. Anche chi è venuto dopo, chi non ha mai avuto la fortuna di vederlo giocare e si appassiona al calcio, cresce nel suo Mito tramandato da padri e nonni; chi non segue le vicende di pallone, gli vuole bene lo stesso. Gli concedono il rispetto che si deve ad un vecchio e saggio capo tribù. Anche se vecchio non lo è affatto: le candeline sulla torta sono soltanto 75. Un ragazzino divenuto un giovanotto. Tanti auguri, Leggenda. Buon compleanno, Gigi", conclude il club sardo.
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