Milan, sogno Ibra. Boban: “Per tornare grandi servono tempo e tanti soldi”

L'ex rossonero sullo svedese dichiara: "Potrebbe dare la svolta alla squadra"

Una festa per i 120 anni a metà. Il Milan non riesce ad andare oltre lo 0-0 al Sassuolo sotto gli occhi di grandi ex, da Fabio Capello ad Arrigo Sacchi passando per Franco Baresi e Billy Costacurta per citarne alcuni, e guarda alla sfida con l'Atalanta come prima chance del riscatto, nel tentativo disperato di agganciare il treno Europa, distante sette punti, cullando finché è possibile il sogno Ibrahimovic.

Prende la parola Zvonimir Boban, protagonista dello scudetto del 1999 con Alberto Zaccheroni in panchina e oggi dirigente dei rossoneri in qualità di chief football officer. "Peccato". Una parola usata domenica sera alla festa al Principe di Savoia e ai microfoni di 'Radio anch'io sport', che lascia trapelare l'amarezza del fuoriclasse croato, passato alla scrivania e impegnato nell'impresa di far risalire il club, ormai lontano dai fasti di una volta, con Silvio Berlusconi presidente e non solo.

'Zorro', d'altronde, è abituato a parlare chiaro. E, alla domanda tanto cara ai tifosi, su quando il Milan potrà tornare ad alzare i trofei, risponde con una stoccata da spadaccino: "Ce lo chiediamo già da tanti anni. Purtroppo, per vedere quel Milan lì ci vuole tanto tempo, non poco. Ovviamente bisogna bruciare le tappe, bisogna fare in modo di essere una squadra competitiva. È molto difficile dire quando e come. Bisogna spendere tanti, tanti soldi per arrivare a quel livello". Evidentemente, c'è da fare i conti con il presente. Che racconta, fra gli altri temi, di un Piatek non più 'Pistolero' e di un Suso, ancora fischiato da un pubblico esigente come quello di San Siro. Ma anche di un Leão che scalpita: dopo i due pali con il Sassuolo, doppietta a Milanello nella sgambata in famiglia con l'Under 18 rossonera, battuta 7-0 (due gol anche di Caldara e poi reti di Rebic, Castillejo e Calabria). "Quest'anno stiamo lottando per fare un campionato competitivo per i posti importanti, dopo una partenza brutta", ammette Boban.

Per il dirigente rossonero, però, non è tutto da buttare. Anzi, con Stefano Pioli il Milan ha riacquisito l'anima e le due vittorie di Bologna e Parma fanno ben sperare: "Il mister ha capito tante cose anche in fretta, veramente siamo contenti del suo lavoro. Credo che si veda. È arrivato in un momento molto delicato". In ogni caso, la ricetta è chiara: "Devi fare benissimo in Italia per vincere, è dura per tutti". E con l'Atalanta, domenica a mezzogiorno e mezzo, sarà dura anche vista la squalifica difensore-goleador Theo Hernandez.

Intanto, si torna a parlare di mercato, perché poi gennaio non è così lontano. E sul piatto c'è di sicuro il nome di Zlatan Ibrahimovic, protagonista dell'ultimo scudetto in bacheca, datato 2011. "Bisogna vedere anche come andranno le prossime partite. Sinceramente, Ibra è una soluzione diversa. Può darti tanto ed è per questo unico. Per il resto, vedremo. Ibra è un'altra cosa rispetto a tutti gli altri, anche se non ha più 28 anni. E' un giocatore di estremo carattere e personalità, può dare la sterzata a tutto l'ambiente". Ma c'è da fare i conti anche con i top player già in squadra. E sul rinnovo di Gigio Donnarumma c'è un po' di ansia fra i tifosi, anche se la data di scadenza è fissata per il 30 giugno 2021. E Boban anche su questo punto non le manda a dire: "Noi speriamo di trovare un accordo. Tutta l'intenzione è questa. Ovviamente, ci siederemo e approfondiremo la cosa". Partendo da un punto fermo: senza campioni vincere è impossibile. E l'almanacco dei primi 120 anni di storia rossonera di grandi giocatori è strapieno.