Alle 18.30 in Qatar la finale della massima competizione a squadre tra i Reds e la compagine carioca

Dimenticare Zico ed entrare nella storia lasciando il mondo ai suoi piedi. Il Liverpool itinerante, capace di sdoppiarsi in questa settimana di follia (prima squadra in Qatar e quella giovanile impegnata a giocare in Coppa di Lega per motivi di calendario), ha la grande occasione domani di conquistare un trofeo che ancora manca in bacheca: mai ha portato a casa il Mondiale per club perdendo la finale del 2005 contro il San Paolo e quella del 1981 (quando si chiamava Coppa Intercontinentale) proprio contro il Flamengo di Zico che con una prestazione super scolorì le ambizioni dei Reds guidati allora dal mitico Bob Paisley. Saranno proprio gli 'Avvoltoi' di Rio (l''urubu' è il simbolo del club) a ripresentarsi domani nella fornace qatariota di Doha sulla strada del destino a 38 anni di distanza, pronti a colpire ancora.

Stavolta la grande opportunità per un riscatto del team inglese tra i più popolari del pianeta è affidata alle strategie tecnico-tattiche di Jurgen Klopp, intenzionato a chiudere in bellezza il suo anno stellare. "Per noi è una opportunità speciale adesso. Siamo qui e vogliamo fare un tentativo adeguato. Sì, sentiamo la tensione di questo momento", ha ammesso il tecnico tedesco che non ha nascosto in questi giorni le follie del calendario e degli organizzatori che hanno imposto alla sua squadra un tour de force impressionante per onorare la competizione iridata ottemperando allo stesso tempo agli impegni nazionali di coppa.

Il Flamengo rispetto ai Reds arriva alla finale senza troppo stress, alla fine di una stagione nella quale ha vinto il titolo brasiliano e la Copa Libertadores "Se il Flamengo torna a casa da vincitore farà una festa vera e propria. Dovesse accadere a noi invece saremo subito in campo, giocando contro il Leicester. Per noi è dunque diverso, ma non importa. E' così. Quello che conta è essere qui per giocarcela", ha aggiunto Klopp he non intende più polemizzare e concentrarsi su una sfida di alto valore simbolico per la storia di Liverpool. Non si è limitato a dispensare elogi sulle qualità del suo collega al Flamengo, il portoghese Jorge Jesus, che in carica da appena sei mesi ha dato un impulso positivo all'intera squadra: "Ha fatto un lavoro incredibile da quando è lì. Penso che se ci fossero ora le elezioni potrebbe diventare presidente del Brasile, anche se viene dal Portogallo", ha scherzato il tedesco.

Per i Reds di Keita, Firmino e Salah e van Dijk (in grado di giocare dopo l'infortunio) non sarà facile bloccare e avere la meglio sulla formazione brasiliana che può contare su Rafinha, Gerson e la sua stella Gabigol, in prestito dall'Inter e oggetto di una trattativa con la società nerazzurra per il riscatto dell'attaccante. Il Liverpool che con questa Coppa non ha mai avuto un grande idillio (rifiutò la partecipazione nel 1977 e nel 1978) sogna di prendersi il mondo vendicando quel 1981 quando a sottrarglielo ci pensò quel fenomeno di Zico, autore di entrambi gli assist per i gol di Nunes che di fatto decisero la gara. Gabigol proverà ad emularlo.

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