Gol dopo solo 16 minuti, molte occasioni mancate per i friulani 

 Ha spezzato un sortilegio, il Torino, battendo l'Udinese con una rete di Andrea Belotti e piazzandosi in una posizione di classifica non sicura ma certamente meno precaria. Sei punti di vantaggio sulla terz'ultima consentono ai granata di guardare alla delicata trasferta di Cagliari con minore apprensione. Si complica invece la situazione dei friulani, alle prese con il problema del gol e con una fragilità esterna imbarazzante: per vincere bisogna segnare, per segnare bisogna tirare in porta. In caso contrario, si perde.

 Il gol di Belotti su una ripartenza dopo 16 minuti (bello l'assist di Edera, incredibile l'incertezza di Musso) in teoria avrebbe dovuto spostare il baricentro del gioco e della partita a favore del Torino, invece è stata l'Udinese a tenere botta e a creare le occasioni più importanti per pareggiare. Ci ha sempre mezzo una pezza Sirigu (su Fofana e Di Maio) che ha compensato anche alcuni passaggi a vuoto della sua difesa. Il caldo torrido nonostante l'ora tarda ha sicuramente condizionato lo svolgimento del match, soprattutto nella ripresa allorché è affiorata poco alla volta la fatica. La squadra di Gotti ha comunque esibito un buon giropalla, aggrappata alla classe pura di De Paul, ma continua ad avere una carenza strutturale in attacco, anche perché la scelta di prediligere inizialmente Nestorovski a Lasagna non ha premiato. Il grave infortunio al ginocchio destro di Mandragora, dopo una manciata di minuti del secondo tempo, ha reso poi tutto più complicato per i friulani.

 Per contro, il Torino ha fatto un passo indietro sul piano della manovra rispetto al pareggio contro il Parma ma ha ritrovato il cinismo sotto porta e una certa consapevolezza nei propri mezzi. Era ciò che si aspettava Longo per mettersi alle spalle un filetto di risultati non soddisfacenti e per allontanarsi dalla zona calda della classifica. Va da sé che la ripresa è stata avarissima di emozioni e di occasioni (una, di Belotti), quasi uno strazio malgrado la raffica di sostituzioni nel tentativo di gerovitalizzare formazioni stremate.

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