Infortunio per Bonucci, mercoledì c'è il Barcellona in Champions
La Juve stecca ancora. Torna la Joya ma non i tre punti, perché un Verona caparbio e organizzato costringe i bianconeri al secondo pareggio di fila in campionato, risultato che tiene lontani i campioni d'Italia dalla vetta confermando lo status di cantiere aperto su cui sta lavorando Andrea Pirlo. Le due traverse colpite da Cuadrado e Dybala e le tante occasioni sprecate dai padroni di casa non possono però rappresentare un alibi. Nonostante i segnali di crescita, visti anche contro gli scaligeri – in tal senso il rientro dell'argentino ha aiutato – la creatura del 'Maestro' è ancora troppo vulnerabile (ennesimo gol subito da Szczesny) e viaggia a corrente alternata. C'è da lavorare, aspettando il rientro di Cristiano Ronaldo alle prese con il Covid-19. Anche perché mercoledì arriva a Torino il Barcellona di un certo Lionel Messi.
Pirlo, complice l'assenza di CR7, ricompone dal 1' la coppia Dybala-Morata a oltre quattro anni dall'ultima volta. Sulla sinistra chance dall'inizio anche per Bernardeschi, preferito a Frabotta. Atteggiamento speculare per Juric, che nel suo 3-4-2-1 sceglie Kalinic – e non Favilli – come terminale offensivo. La partenza dei padroni di casa fa ben sperare. Buone geometrie, ritmo discreto, gran pressione, tanto che l'Hellas fatica a uscire dalla propria area e Juric è costretto a sgolarsi più del solito. La palla gol migliore capita sui piedi di Bernardeschi, imbeccato per vie centrali da un passaggio illuminante di Rabiot, ma Silvestri è reattivo sul rasoterra dell'ex Fiorentina. Col passare dei minuti la verve iniziale dei bianconeri si affievolisce e – a poco a poco – il Verona prende campo: la diga in mezzo composta da Vieira e Tameze fisicamente sovrasta il tandem Arthur-Rabiot. Kalinic poic con il suo lavoro sporco fa salire i veneti e apre spazi interessanti per i compagni: Colley non approfitta di una uscita avventura di Szczesny, poco dopo lo stesso Kalinic con un diagonale velenoso calcia a lato.
Rispetto ai primissimi minuti i ragazzi di Pirlo vanno a fiammate, anche perché il Verona ha preso le contromisure a un Dybala nelle vesti di rifinitore più che di punta. Quando accelera però la Juve sa far male. Al 41' il pallone di Ramsey sul lato opposto trova l'inserimento di Cuadrado, il cui bolide fa tremare la traversa. Poco dopo proprio il colombiano serve Morata sul filo del fuorigioco, ma il Var cancella lo splendido scavetto dello spagnolo, in leggera posizione di offside. Nella ripresa la Juve sembra perdere ulteriormente la freschezza iniziale, complice il calo fisico di alcuni suoi uomini chiave. Il Verona, ordinato e organizzato, non aspetta altro e colpisce al quarto d'ora con il neoentrato Favilli, che trova la zampata vincente su invito di Zaccagni. Dopo qualche minuto di smarrimento i bianconeri (che perdono Bonucci per infortunio) si scuotono, colpiscono il secondo legno di giornata con un missile di Dybala ma al 33' trovano la forza per pareggiare. Merito della classe e della voglia di spaccare il mondo di Kulusevski, a sua volta entrato per Bernardeschi, che da posizione defilata si inventa una magia su cui Silvestri non può nulla. L'assedio finale portato dalla Vecchia Signora produce un bolide di Rabiot alto di poco e un rasoterra sporco di Dybala, oltre che un doppio intervento di Silvestri su Dybala e Morata in pieno recupero. Occasioni che non fanno altro che allungare la lista di rimpianti in casa Juve.
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