Ungheresi battuti 2-1: ancora decisivo l'attaccante spagnolo

Di buono c’è la qualificazione agli ottavi di Champions League strappata con due giornate d’anticipo e poco altro. Nella partita che avrebbe dovuto rilanciare Dybala, sono ancora Morata e Cristiano Ronaldo gli uomini copertina della Juventus. Una gemma di CR7 e un’incornata – in pieno recupero – dello spagnolo permettono ai bianconeri di superare in rimonta il Ferencvaros. Avversario modesto rivelatosi ostico minuto dopo minuto a causa del pessimo approccio alla partita dei campioni d’Italia, che ancora non riescono a dare continuità a livello di gioco e prestazioni. Dopo la convincente partita in campionato, per la Vecchia Signora arriva un netto passo indietro. Che il risultato positivo ottenuto nel finale riesce a nascondere solo in parte.

Nonostante la bella prova con il Cagliari Pirlo cambia, e non poco. Anzi, forse troppo, perché la Juve è poco fluida e fatica a disinnescare il bunker organizzato da Rebrov, che schiera i suoi con una difesa a tre che spesso diventa a cinque. Il Maestro rilancia Dybala dal 1′, con tanto di investitura di fascia da capitano, ma la Joya annega tra le strette linee degli ungheresi. Ai bianconeri manca come l’aria la profondità che riesce a dare Morata, che si accomoda in panchina. Discorso simile per gli strappi di cui sono maestri Rabiot e Kulusevski. McKennie non si risparmia ma non trova il guizzo giusto, Bentancur e Arthur formano una linea mediana ragionata ma poco effervescente. I padroni di casa non creano (eccezione fatta per un tiro al volo ma centrale della Joya su invito di Ronaldo), e per di più dopo una ventina di minuti vanno sotto. Perché Danilo scivola aprendo il campo per Nguen, che tocca in mezzo: Alex Sandro sporca il cross ma non a sufficienza, perché Uzuni brucia sul tempo Cuadrado e beffa Szvzesny. E anche Cristiando Ronaldo, emulandone l’esultanza.

CR7 raccoglie la sfida e soprattutto prende per mano una Juve distratta e spaesata, sbilanciata dietro e poco incisiva davanti. Tocca così al fuoriclasse portoghese rimettere le cose a posto con un tiro preciso e angolato da fuori area che sorprende Dibusz. Nella ripresa ci si aspetta una Juve arrembante, ma la Vecchia Signora non riesce a cambiare marcia. Anche se nel frattempo i bianconeri sfiorano il ribaltone con un pregevole gesto balistico di Bernardeschi, che si coordina magnificamente dai 25 metri e centra il palo. Azione pericolosa che non modifica i piani di Pirlo, che dopo un’ora rivoluziona la Juve tornando al passato. Dentro Morata, Kulusevski e Chiesa, poi nel finale tocca anche a Ramsey e Rabiot. L’oro di Pirlo però in questo momento indossa la maglia numero nove: lo spagnolo prima scheggia il palo prendendo le misure, poi – in pieno recupero – firma di testa la rete qualificazione su cross di Cuadrado. Salvando la Juve da una mezza figuraccia.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata