In gol anche Morata, bianconeri in corsa per il primo posto nel girone
Non contava per il destino europeo di nessuna delle due squadre, ma Juventus-Dinamo Kiev a suo modo ha scritto un pezzettino di storia. Almeno quella di Stephanie Frappart, prima donna ad arbitrare una gara di Champions League, e di Cristiano Ronaldo, il più chiacchierato (insieme a Pirlo) per la sua assenza di Benevento e autore contro gli ucraini del gol che ha chiuso la partita ma soprattutto della rete numero 750 in carriera tra club e nazionale.
Prima del raggiungimento dell’ambito traguardo, arrivato un po’ per caso, con un tocco da due passi (e con la benedizione del Var), è stato soprattutto Federico Chiesa a a rispondere presente all’appello di Pirlo, alla disperata ricerca di personalità in un gruppo che senza il suo leader offensivo ha dimostrato di far fatica in questo primo scorcio di stagione. L’ex giocatore della Fiorentina, tra una sgroppata e l’altra, ha sbloccato il risultato di testa dopo venti minuti, ha messo lo zampino del sigillo di CR7, e infine ha servito a Morata la palla del 3-0 che permette ancora ai bianconeri di contendere al Barcellona il primo posto nel girone (ma servirà un’impresa al Camp Nou tra una settimana) e – ancor più – di vivere con maggiore serenità per Andrea Pirlo l’avvicinamento al derby con il Toro.
Pirlo stravolge ancora l’undici iniziale dopo il mezzo passo falso di Benevento ma questa volta in nome del turnover. Perché Dybala va preservato per il derby (vista la squalifica di Morata), mentre CR7 torna a guidare l’attacco. Dietro si rivedono Demiral e Bonucci, pienamente recuperati, che permettono al ‘Maestro’ di far rifiatare gli stakanovisti Danilo e Cuadrado. Sugli esterni c’è Alex Sandro da una parte, Chiesa dall’altra. In mezzo al campo chance per McKennie, sulla tre quarti conferma per Ramsey. Come contro i sanniti la Vecchia Signora parte forte (opportunità per Chiesa e McKennie) e trova il vantaggio (con la complicità di Bushchan, incerto sulla zuccata del figlio d’arte). Ed esattamente come a Benevento, dopo l’1-0 avverte un nuovo calo di tensione: Szczesny però è superlativo nel chiudere lo specchio della porta a Tsyngankov dopo una dormita collettiva della difesa bianconera. L’esterno della Dinamo è pericoloso anche in avvio ripresa, con Szczesny costretto a intervenire in tuffo, ma la Juve questa volta si salva, conserva il vantaggio, e – quando si tratta di chiudere la partita – non sbaglia.
Ronaldo, che aveva centrato una traversa nel primo tempo dopo una bella serpentina di Alex Sandro, chiude i conti da zero metri, dopo un tocco del portiere sulla scivolata di Morata, sull’ennesima sgasata di Chiesa. Lo spagnolo si rifà comunque pochi minuti dopo, confermando il proprio ottimo momento di forma e il feeling in coppa (sei centri in cinque gare) e raccogliendo il puntuale invito di Chiesa. Il resto è pura accademia, aspettando il derby e soprattutto l’avvincente sfida con il Barcellona al Camp Nou. Serve un’impresa – una vittoria dal 3-1 in su, con due gol di vantaggio – ma provarci è lecito.
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