Bandiere a mezz'asta nella sede della Figc, il premier Conte: "L'Italia ti ricorderà con affetto". Applausi alla Camera

Bandiere a mezz’asta nella sede della Figc e un lungo applauso alla Camera dei deputati. Dalla politica al mondo dello sport, tutti piangono la scomparsa di Paolo Rossi. A dare notizia della morta del calciatore è stata la moglie su Instagram, che ha postato una foto di loro due con la scritta “Per sempre”.

Il premier Conte ha scritto su Twitter: “Nell’estate del 1982 con i suoi gol ha regalato un sogno a intere generazioni. È stato il simbolo di una Nazionale e di un’Italia, unita e tenace, capace di battere avversari di enorme caratura. Addio a Paolo Rossi, indimenticabile campione. L’Italia ti ricorderà con affetto”.

Commosso il ricordo del presidente della Figc: “La scomparsa di Pablito è un altro dolore profondo, una ferita al cuore di tutti gli appassionati difficile da rimarginare. Perdiamo un amico e un’icona del nostro calcio”. Così Gabriele Gravina commenta la morte di Paolo Rossi. “Trascinando con i suoi gol al successo la Nazionale dell’82’, ha preso per mano un intero Paese, che ha gioito in piazza, per lui e con lui. Ha legato in maniera indissolubile – continua Gravina – il suo nome all’Azzurro e ha ispirato, con il suo stile di gioco, numerosi attaccanti delle generazioni future”.

“Che brutta notizia, questa mattina. Se n’è andato Paolo Rossi, Pablito: per una nazione intera, l’uomo di un Mundial indimenticabile, per noi ‘anche’ molto, ma molto altro”. Tra i primi a ricordarlo c’è il club della Juventus. “Paolo è un’intera generazione di juventini che ha esultato con lui, davanti a televisori che, mese dopo mese, diventavano a colori. Ma le nostre gioie continuavano a essere, meravigliosamente, in bianconero. Se cercate nelle vostre camere, o nelle vostre soffitte, probabilmente lo trovate, un poster di quella Juve incredibile. Quella Juve che, con lui a suggellare i gol più importanti, dal 1981 al 1985, ha vinto letteralmente di tutto. Alla Juve, Paolo è rinato, lasciandosi alle spalle le difficoltà, e diventando quello che poi l’Italia ha celebrato, in quella caldissima estate 1982 nelle piazze e nelle fontane di ogni città – ricorda la società torinese – Bianconero (nelle giovanili, con 3 presenze in Coppa Italia) già dal 1973 al 1975, la ‘vera’ avventura juventina ricomincia nel 1981, anche se per forza di cose, quella stagione lo vede in campo solo 3 volte in Serie A. Tre volte sono però sufficienti per far maturare in lui (e in Mister Bearzot) quella visione che lo porterà in Spagna, a diventare protagonista con gol incredibili in partite incredibili e a tornare a casa con una Coppa del Mondo che mai nessuno dimenticherà. E che a fine 1982, gli permetterà di mostrare a tutti il trofeo di calciatore più forte del pianeta, il Pallone d’Oro. Gol segnati in tutti i modi: di testa, di rapina, con inserimenti repentini”.

A ricordarlo anche il suo allenatore proprio alla Juventus, Trappattoni: “Ciao Paolo… I giocatori non dovrebbero andarsene prima degli allenatori”.

“Ma perché? R.I.P.”. Così Zbigniew Boniek, presidente della Federcalcio polacca, ricorda Paolo Rossi suo ex compagno di squadra nella Juventus. “Lo ammetto… piango. Facevi parte dei gruppo di ‘Amici Veri’… con Te non solo ho vinto… ma anche vissuto…”, aggiunge Boniek che saltò per squalifica la semifinale del 1982 fra Italia e Polonia in cui Rossi segnò una storica doppietta.

“E’ nella mente e nel cuore di tutti noi tifosi del calcio, le notti dell’82. E’ un grande grande dispiacere”. Così Adriano Galliani, oggi ad del Monza Calcio, intercettato dai microfoni di LaPresse a Roma ricorda Paolo Rossi, scomparso oggi all’età di 64 anni. “Lo ricordo bene quando con il presidente Berlusconi siamo arrivati a Milanello, l’acquisto fu il 20 febbraio 1986 e Paolo era nel Milan. Ricordo bene il primo giorno, c’è una foto del presidente Berlusconi proprio vicino a Paolo Rossi”, aggiunge.

Cordoglio anche da parte della politica: da Bonaccini a Fontana, tanti governatori hanno ricordato il campione. Il ministro Luigi Di Maio ha scritto: “Simbolo dell’Italia campione del mondo del 1982, in grado di battere avversari blasonati come il Brasile di Zico, l’Argentina di Maradona, la Germania di Rummenigge. Paolo Rossi ha emozionato e fatto battere i cuori di milioni di italiani con i suoi gol. Addio campione”.

Simbolo dell’Italia campione del mondo del 1982, in grado di battere avversari blasonati come il Brasile di Zico,…

Pubblicato da Luigi Di Maio su Giovedì 10 dicembre 2020

Il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora ha invece scritto: “Ero piccolo ma i mondiali in Spagna del 1982 li ricordo. Ricordo l’esplosione di gioia, le urla, la festa. Da allora nacque il mito di Pablito, perché a portarci sul tetto del mondo fu proprio lui: Paolo Rossi – si legge in un post su Facebook – Una figura leggendaria dello sport internazionale. Campione del mondo e pallone d’oro nello stesso anno. I suoi goal hanno fatto esultare di gioia generazioni di Italiani, che non lo dimenticheranno”.

“Buon viaggio grande campione – ha scritto il leader della Lega Matteo Salvini – Quella gioia pazzesca che hai regalato a milioni di italiani coi tuoi gol ai Mondiali del 1982 (avevo nove anni, festeggiammo tutta notte al campo estivo degli Scout Cngei a Baselga di Pinè) la porteremo sempre con noi”.

Anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha espresso il suo cordoglio: “Ha dribblato ancora una volta tutti ed è andato a giocare lassù. Ci mancherà. E’ stato uno dei pochi sportivi che è entrato nel cuore di tutti gli italiani, a prescindere dalla fede calcistica – ha dichiarato, facendo anche un tweet – Un campione, anche nel tratto sempre garbato, mai sopra le righe”.

E lo ricorda persino il mondo della musica: “Paolo Rossi… era un ragazzo come noi…” ha scritto su Instagram Antonello Venditti. Nel suo omaggio il cantautore cita ‘Giulio Cesare’, una delle sue più celebri canzoni, in cui il centravanti veniva celebrato e posta un video di un concerto in cui ‘Pablito’ sale sul palco.

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