Per i bianconeri di Pirlo la vetta resta ancora lontana
Una gemma di Chiesa e un’altra di Freuler, Gollini e Szczesny migliori in campo, un rigore sbagliato da Ronaldo e un punto che – in termini di classifica – serve a poco a entrambe le squadre. L’1-1 tra Juventus e Atalanta, frutto di una partita più avvincente che spettacolare, regala tante chiavi di lettura, ma di certo non fa volare i bianconeri in orbita e non permette alla Dea di rifarsi concretamente sotto in zona Champions. Il pareggio di Torino è giusto e certifica che la Vecchia Signora deve ancora fare qualche passo per tornare la squadra schiacciasassi, almeno in Italia, di un tempo. Gli orobici dimostrano di non essersi fatti condizionare dalla querelle Gomez-Gasperini, reagendo con ordine e carattere all’eurogol di Chiesa. Al resto ci ha pensato Gollini, che si regala una ripresa da sogno allo Stadium murando per due volte Morata e bloccando un rigore a Ronaldo. Una rarità che non ha tagliato le gambe ai ragazzi di Pirlo che, esattamente come i nerazzurri, hanno provato fino alla fine a conquistare il bottino pieno.
I due numeri 10 più chiacchierati della settimana, Gomez e Dybala, si accomodano in panchina. Gasp – che deve ancora fare a meno di Ilicic – conferma l’assetto con Pessina e Malinovskyi dietro Zapata, Pirlo rilancia Morata accanto a Ronaldo e non rinuncia all’incursore McKennie, pur affidando le chiavi del centrocampo ad Arthur. La gara fino alla gemma di Chiesa è una lunga fase di studio. Nel 4-4-2 bianconero Cuadrado è un po’ più basso del solito (deve tenere a bada Gosens), così i padroni di casa provano a sfondare soprattutto per vie centrali, appoggiandosi su Morata e vivendo sulle folate di McKennie. Dietro gli orobici non sono propriamente impeccabili, ma Ronaldo spreca nei primissimi minuti sparando alle stelle sul cross basso di Chiesa bravo ad approfittare di una incomprensione tra Romero e Gollini. Poi è Morata, in combinazione con CR7, a divorarsi il vantaggio. Bonucci e compagni rischiano poco ma faticano a liberare le punte in area. E’ una magia di Chiesa, che prende palla e fa partire un bolide di destro sotto l’incrocio, a stappare una gara fin lì piuttosto bloccata.
Una volta sotto la Dea, fin lì intorpidita dal palleggio bianconero e dai pochi spazi, viene fuori ed inizia ad attaccare a testa bassa. La palla gol migliore capita sui piedi di Zapata, nell’unica volta in cui de Ligt non gli si francobolla addosso: il suggerimento in verticale di Pessina per il colombiano viene sporcato dall’olandese ma giunge comunque a destinazione, con Szczesny determinante con una splendida parata di piede. Il portiere polacco si fa trovare pronto più tardi anche sulla punizione di Malinovskyi, pericoloso anche con una serpentina sull’esterno della rete. La Juve, a differenza di altre occasioni, mantiene il vantaggio all’intervallo. Ma non oltre. Nella ripresa infatti i protagonisti, più che Gomez entrato dopo una manciata di minuti, diventano Freuler e Gollini. Il primo con un siluro che accarezza la parte inferiore della traversa che riequilibra il risultato, il secondo con due interventi di puro istinto su Morata, ma soprattutto con il rigore parato a Ronaldo. Nella serata no del suo bomber per eccellenza la Juve si inceppa. E la vetta resta lontana.
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