Adesso gli obiettivi la Coppa Italia e una difficile rimonta scudetto
Il day-after in casa Juventus è all’insegna della riflessione. Anche se il calendario non impone pause perché tra quattro giorni i bianconeri sono attesi a Cagliari per voltare subito pagina e riprendere l’inseguimento all’Inter, il pensiero non può non andare a quanto accaduto nella serata in cui ancora una volta sono naufragati i sogni Champions. La botta è stata forte e contribuisce ad alimentare ulteriormente i dubbi che dall’inizio della stagione accompagnano la gestione Pirlo. Se le critiche al tecnico non sono una novità, stavolta sul banco degli imputati finisce anche l’uomo delle Coppe, il jolly sul quale la Signora puntava per rompere il tabù Champions: Cristiano Ronaldo. Le notti europee tradizionalmente erano la comfort zone del fuoriclasse portoghese. Il doppio impegno con i suoi connazionali, però, ha brutalmente restituito il marziano CR7 alla dimensione dei comuni mortali. Contro l’abbordabile Porto, è accaduto l’impensabile: Ronaldo è stato tra i peggiori in campo, se non il peggiore. Mai incapace di pungere e, per giunta, deleterio in occasione della decisiva punizione di Sergio Oliveira, già autore del vantaggio su rigore nel primo tempo, che ha di fatto spedito i bianconeri fuori dall’Europa.
Insomma, una prestazione inimmaginabile per mister cinque Champions League e che fanno suonare beffarde le parole di Pavel Nedved prima della gara che per la Juve rappresentava già un importante spartiacque stagionale: “L’ho visto molto carico. Ci aspetta una partita difficile e puntiamo su di lui. Lui difficilmente le sbaglia. Sarà un nostro punto di forza”. E invece per il terzo anno consecutivo la presenza del portoghese, che ovviamente non può essere considerato l’unico colpevole, non è bastata alla Juve per evitare un altro flop europeo. Fuori ai quarti nel 2019, agli ottavi nelle due stagioni successive. Un bilancio deludente e che rischia di riflettersi sul suo futuro a Torino. Se per Fabio Paratici il rinnovo “non è all’ordine del giorno, avremo fortunatamente tempo di parlarne”, sul tema le riflessioni in casa bianconera sono iniziate. Oltre alla volontà del giocatore, sul possibile divorzio a fine stagione rischiano di decidere i conti (oggi il titolo Juve è crollato a Piazza Affari, -8%). Ronaldo costa la bellezza di 54 milioni di euro all’anno: un peso che, nella drammatica era Covid che sta mettendo a dura prova i bilanci dei club, rischia di non essere più sostenibile per le casse bianconere. Anche perché se da una parte la classe non si discute, nella Signora che ha avviato la svolta verde la carta d’identità non può più essere solo un dettaglio. Come prevedibile, la disfatta europea ha riacceso i rumors di mercato: dalla Spagna si torna a parlare di un trasloco in estate al Psg. Ma sul futuro di CR7 ci sarà modo e tempo per fare le valutazioni. La priorità, per Pirlo, è riportare la nave bianconera sulla rotta evitando altri sbandamenti.
La delusione Champions è bruciante, ma c’è ancora modo di rendere la stagione meno amara possibile. La Coppa Italia in primis, la difficile rimonta scudetto. Ma i tifosi, sui social, non risparmiano critiche alla società e al tecnico. E in tema panchina, come sempre ci si divide in correnti di pensiero: chi ribadisce che non dare più tempo e Sarri è stato un errore, chi arriva a rimpiangere Max Allegri invocandone il ritorno. Ma al momento l’attuale allenatore non rischia. A condizione che trovi le contromisure necessarie. Ai microfoni di ‘Striscia’, davanti all’inviato Staffelli che gli ha recapitato un nuovo Tapiro, Pirlo ha fatto buon viso a cattivo gioco: “Durante la consegna dell’ultimo mi avete chiesto se avrei mangiato il panettone, ora spero di mangiare pure la colomba…”, ha ironizzato. “Speriamo di poterci riprovare l’anno prossimo”. Il tecnico ha poi difeso Ronaldo sull’errore in barriera nella punizione decisiva: “Non è solo quello, abbiamo commesso sbagli che nel nostro caso ci sono costati la qualificazione. Il voto a Ronaldo lo lascio dare ai giornalisti, per me è sempre 7, come il suo numero”. Conoscendolo, il portoghese non vede l’ora di rispondere alle critiche in campo: una voglia di rivincita che non potrà che fare bene ad una Juve dove tutti rischiano di essere in discussione, senatori compresi. Mai come in questo momento serve la voce di un leader. L’amara serata di Champions ha confermato chi può esserlo nel futuro immediato: Federico Chiesa. Con CR7 eclissato, ci ha pensato l’ex viola, sempre più a suo agio, a vestire i panni del fenomeno, con la doppietta che ha illuso i bianconeri. Se sarà, come sembra, rivoluzione a fine stagione, la Juve non può che ripartire da lui.
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