Nella lotta al quarto posto adesso c'è un vero e proprio assembramento, con Napoli, Juventus e Milan appaiate a 66 punti e i biancocelesti che inseguono a 61

Al tavolo riservato alla volata Champions reclama spazio anche la Lazio, che a quattro giorni dalla goleada incassata contro il Napoli schianta il Milan e resta aggrappata al treno dell’Europa dei sogni, forte anche della gara da recuperare con il Torino. Nella lotta al quarto posto adesso c’è un vero e proprio assembramento, con Napoli, Juventus e Milan appaiate a 66 punti e i biancocelesti che inseguono a 61. Il Diavolo manca non solo il controsorpasso sull’Atalanta (seconda a 68) ma esce con le ossa rotte dal 3-0 dell’Olimpico. La squadra che fino a poche settimane fa guardava all’Inter coltivando ambizioni tricolori ora si ritrova con le armi spuntate (l’assenza di Ibrahimovic pesa soprattutto a livello di carisma) e con il morale a terra. Il gruppo di Inzaghi, al rientro dopo la guarigione dal coronavirus, aveva un solo risultato utile per rimettersi in carreggiata e non ha fallito, trascinata da un sontuoso Correa e da un Immobile tornato sui suoi standard. Per centrare per il secondo anno di fila l’obiettivo Champions Lulic e compagni dovranno fare percorso netto o quasi, ma – tolto il passaggio a vuoto del ‘Maradona’ – la Lazio ha confermato di essere più che in salute.

La posta in palio è alta, il pareggio non sposta gli equilibri della corsa Champions e i ventidue in campo approcciano il match aggredendolo fin da subito. Così, nel giro di 120 secondi, Milan e Lazio confezionano una occasione a testa: solo che Reina si immola su Calhanoglu, mentre dalla parte opposta la triangolazione tra Correa e Immobile apre un’autostrada al ‘Tucu’, che si libera del portiere e insacca a porta sguarnita. Il Diavolo accusa il colpo, la Lazio si scatena e sfiora più volte il 2-0, complice un Theo Hernandez troppo svagato. Donnarumma si esalta sulla conclusione ravvicinata di Immobile, poi Correa – a tratti immarcabile – è impreciso al momento di affondare il colpo. Dopo una mezz’ora in sordina gli ospiti si riorganizzano, anche perché la Lazio abbassa il ritmo e aspetta l’avversario. Le opportunità più nitide capitano sui piedi di Calhanoglu e Saelemaekers, i più incisivi, ma Reina è attento soprattutto sul tiro dell’ex Bayer Leverkusen, che perde l’attimo buono per pareggiare i conti. I biancocelesti si affidano alle loro proverbiali ripartenze e al 42′ Lazzari in campo aperto trova il raddoppio. Il Var salva il Milan (l’esterno scatta di un soffio in posizione di fuorigioco) che poco dopo crea una bella palla gol con una combinazione tutta di prima tra Calhanoglu e Saelemaekers che porta al tiro di Mandzukic, neutralizzato da Reina.

Come nel primo tempo, anche i primi minuti di gara della ripresa risultano fatali per il Milan. Che incassa al 6′ il raddoppio, ancora da parte dello scatenato Correa, che sul passaggio in verticale di Luis Alberto salta come un birillo Tomori e trafigge Donnarumma. Il gol ha origine da un intervento che sembra falloso di Lucas Leiva su Calhanoglu, ma Orsato dopo aver rivisto l’episodio al Var decide di convalidare in ogni caso la rete. L’argentino rischia di dilagare sfiorando la tripletta personale (Donnarumma respinge il suo diagonale), il Milan è sulle gambe fisicamente e distaccato dalla partita mentalmente. Pioli prova a dare la scossa inserendo Leao e Brahim Diaz prima e Tonali-Dalot dopo, ma questa volta i rossoneri non riescono a rimettersi in carreggiata, nonostante le conclusioni da fuori di Calhanoglu, Calabria e Tonali. Anzi, è la Lazio a mancare il colpo del ko con un pallonetto di Immobile che si infrange sul palo. Il tris è comunque solo rinviato di qualche minuto, con un colpo da biliardo dello stesso Immobile. Per un 3-0 che fa passare una notte da incubo al Diavolo e mette le ali a una Lazio di nuovo in corsa per l’Europa dei migliori.

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