Ai quarti vanno gli spagnoli che stendono i padroni di casa negli ultimi 20'

Settanta minuti in controllo, poi il ciclone Villarreal si abbatte sulla Juventus che saluta la Champions League per il terzo anno di fila agli ottavi. Ancora una volta di fronte al proprio pubblico, dopo le disfatte con Lione e Porto. Il 3-0 con cui il sottomarino giallo spazza via i sogni europei dei bianconeri si materializza nel quarto d’ora finale di una partita condotta fin lì senza grossi pericoli – a parte una conclusione di Lo Celso – dalla Vecchia Signora, colpevole però di esserci sciolta del tutto dopo il vantaggio firmato su rigore da Gerard Moreno. Un ko senza attenuanti, sfociato nel finale in una figuraccia, che mette a nudo antichi problemi, come le difficoltà in zona gol (Vlahovic non può sempre risolvere la situazione da solo) e una certa fragilità difensiva e mentale che la striscia positiva in campionato aveva mascherato. Invece l’amara notte di Champions fa precipitare nuovamente la Juve indietro nel processo di ricostruzione. Ad Allegri il compito di risollevare squadra e ambiente dopo una eliminazione che pesa, anche per il modo in cui è maturata.

La gara inizia su ritmi bassi ma la Juve inizia comincia subito a incalzare l’avversario, anche grazie alla spinta di un Allianz Stadium particolarmente ‘caldo’. Cuadrado è un fattore fin dai primi minuti, Estupinan fatica a contenerlo ma a tenere a galla il sottomarino giallo ci pensa Rulli, che si supera sul colpo di testa di Morata e sulla botta da fuori di un Vlahovic scatenato. Quando non può arrivarci il portiere argentino c’è la traversa a negare il vantaggio ai padroni di casa, come avviene al 21′ sulla zampata del solito Vlahovic su traversone di De Sciglio, tra i più propositivi del primo tempo. Un minuto dopo però, in contropiede, gli spagnoli spaventano Szczesny con un tiro dal limite dell’area di Lo Celso, a lato di un nulla. E’ lo spavento che placa l’ardore della Vecchia Signora, che continua a tenere in mano il pallino del gioco ma senza il ‘furor’ agonistico dei primi venti minuti. Rulli è comunque ancora decisivo nel chiudere lo specchio alla zuccata di Vlahovic, sugli sviluppi di un corner, ma la sensazione a fine primo tempo è di un Villarreal più nel vivo del match dopo aver subito l’aggressione iniziale dei padroni di casa.

Nella ripresa il copione è simile, la Juve fa la partita, gli spagnoli badano a non scoprirsi aspettando il momento propizio per colpire. I bianconeri però non riescono più a trovare gli spiragli del primo tempo e a parte un paio di tentativi senza troppe pretese da fuori area di Rabiot e Cuadrado non regalano fiammate. La gara vive una fase di stallo, con i supplementari all’orizzonte, che i due allenatori cercano di rompere con i cambi dalla panchina. Il primo a fare la mossa, che si rivela azzeccata, è Emery, che sostituisce gli esterni di centrocampo inserendo Coquelin e Chukwueze e, a un quarto d’ora dalla fine, la stella Gerard Moreno. Il francese con un guizzo in area viene steso da Rugani, Marciniak lascia correre ma poi davanti al Var concede il penalty che Moreno trasforma, nonostante il tocco di Szczesny, reduce da tre rigori parati su quattro in campionato. Solo a quel punto Allegri tenta la carta della disperazione che risponde al nome di Paulo Dybala, più volte invocato dalla pancia dello Stadium. Ma ormai la qualificazione è già scappata, anche perché il tocco sporco sugli sviluppi di corner di Pau Torres e il rigore realizzato a tempo scaduto di Danjuma rendono ancora più amara una serata già da dimenticare per i bianconeri.

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