Lo Special One carica la Roma per sfida di Tirana contro gli olandesi del Feyenoord
La Roma è arrivata a Tirana per la finale di Conference League, in programma domani sera contro gli olandesi del Feyenoord, e Josè Mourinho, concentrato e teso, carica la squadra alla vigilia sottolineando che questa partita “è storia”.
“Siamo arrivati alla fine del percorso di questa stagione, con due finali da giocare in quattro giorni. La prima finale ci dava quello che meritavamo e quello che dal primo giorno avevamo come target, che era migliorare la classifica e giocare l’Europa League nella prossima stagione”, dice alla vigilia. E aggiunge subito: “Lì non si poteva scrivere la storia, ma semplicemente finire il lavoro di una stagione e raggiungere il nostro obiettivo. Questa finale è storia, storia che abbiamo già scritto per arrivare qui a giocare una finale europea dopo tanti anni, ma quando arrivi qui devi fare tutto il possibile per scrivere la vera storia, e vincere la finale”.
Lo Special One non nasconde che la vittoria di Torino ha tolto un peso alla squadra: “Raggiungendo il primo obiettivo abbiamo tolto da questa finale la tensione di dover vincere anche per conquistare l’Europa League il prossimo anno”. E ora i giallorossi sono pronti: “I giocatori stanno molto bene, vedo la squadra con la giusta concentrazione e attenzione, e anche con la gioia che bisogna avere per giocare partite così”. Per quanto riguarda il suo apporto all’ultimo atto, sottolinea: “Quando arrivi all’ultima partita della stagione il lavoro è fatto. Domani è il giorno dei giocatori, noi allenatori stiamo fuori e cerchiamo di aiutare la squadra. Quando arrivi a una finale puoi solo essere felice di giocarla”.
Nonostante la lunga esperienza europea, anche in fatto di finali, Mourinho non cela l’emozione: “È una finale, fino a domani non c’è nessun’altra cosa nella mia testa. È il mio modo di essere, l’esperienza non aiuta, io pensavo che poteva aiutare ma invece no, mi sento come nella prima finale, più o meno venti anni fa”.
Sull’atteggiamento da tenere in campo, il tecnico spiega: “Bisogna fare tutto quello che si fa per ogni partita, anche se è una finale. È l’ultima partita della stagione e c’è in palio qualcosa di speciale come un trofeo. Per il gruppo è la parte di un percorso e per i giocatori giocare una finale aiuta a crescere a livello individuale”. Sugli avversari, sottolinea che “hanno avuto tanto tempo per prepararsi e hanno giocato partite diverse, come a Marsiglia. Non so come giocheranno, ma so come giocheremo noi”. Infine il tecnico portoghese ha confermato il recupero in extremis di Mkhitaryan: “Ha la condizione per aiutare la squadra, ha fatto dei test veri e le sensazioni sono positive”. Tutto è pronto, la Roma arriva nel migliore dei modi al suo appuntamento più importante degli ultimi anni con la consapevolezza di aver fatto il lavoro giusto. Il resto è affidato agli ultimi 90 minuti, che valgono l’intera stagione e che tutta la città sta aspettando con trepidazione.
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