Gnonto una delle poche note liete. Il ct azzurro: "E' un percorso dove faremo cose buone e meno buone"
Una disfatta che riporta tutti con i piedi a terra. La Germania ha messo a nudo i limiti di una Nazionale che conferma di avere di fronte un lungo cammino di ricostruzione. Vero che ai giovani che Roberto Mancini sta coraggiosamente lanciando in azzurro non si possono chiedere i miracoli, così come non si possono già dimenticare le buone prestazioni offerte contro l’Inghilterra e la rivelazione del girone, l’Ungheria. Ma è indubbio che l’Italia, per la sua storia e tradizione, non può permettersi sconfitte rovinose come quella vista contro la storica rivale, peraltro un altro ‘cantiere in corso’. Perché non è stato solo un problema di gap tecnico. Al Borussia Park di Moenchengladbach è andata in scena una gara a senso unico e già chiusa dai tedeschi nel primo tempo, con una Nazionale spenta e senza idee, lontana anni luce dal momento d’oro dell’Europeo di un’estate fa. Ad alleggerire il passivo, nel finale, sono arrivati i gol della bandiera di Gnonto, che si conferma una delle note liete del nuovo corso manciniano e diventa il goleador più giovane della storia azzurra, e Bastoni. Ma la sostanza, purtroppo, non cambia. A fine match Mancini ha provato a vedere il positivo emerso da una serataccia che “non vanifica nulla. E’ un percorso dove faremo cose buone e meno buone, il gruppo è aperto e faremo altre due partite a settembre. Oggi loro sono stati più bravi e hanno meritato di vincere”, ha dichiarato il ct. “Loro son forti, lo sapevamo, abbiamo concesso troppo nel primo tempo e li abbiamo lasciati giocare. Ci sono stati degli errori, non abbiamo difeso bene come squadra, poi se vuoi recuperare e ti esponi al contropiede con questi giocatori qui rischi”.
Ai microfoni Rai ha tradito particolare nervosismo Gigio Donnarumma, che dopo essere stato impeccabile nel primo tempo si è distinto in negativo nella ripresa con un errore clamoroso sulla rete di Werner. “Abbiamo fatto tutti degli errori, poi se si vuole dare la colpa a me…”, ha replicato stizzito il portiere del Psg alla giornalista che gli ha sottolineato le incertezze mostrate in stagione. Un atteggiamento che evidenza la mancanza di serenità in un gruppo che Mancini deve ricompattare e proteggere dalle inevitabili pressioni. Anche e soprattutto per non correre il rischio di vedere i giovani caricati di troppe responsabilità. Intanto, però, inevitabilmente c’è chi inizia a puntare il dito sulle scelte del ct, accusandolo di esagerare con gli esperimenti e di gettare allo sbaraglio degli esordienti. Lo jesino però è convinto che la strada sia giusta e chiede tempo e fiducia. A difendere il Mancio, gli eroi del Mundial ’82. “Per l’Italia di Mancini ora non è questione di risultati. In questo momento bisogna parlare di rifondazione e Mancini non ha la bacchetta magica”, ha commentato Antonio Cabrini. “Ci vorrà molto tempo e anche la volontà di Lega Serie A e Figc di farlo lavorare in una certa maniera. E soprattutto, serve che metà nazionale non si sieda in panchina a vedere le partite”. Mentre Giancarlo Antognoni chiede di difendere la Nazionale, è patrimonio di tutti. E’ una squadra sperimentale e non si può denigrare, accettiamo anche qualche sconfitta che in futuro può servire. Aspettiamo l’esito delle prossime qualificazioni, non dimentichiamoci che la Nazionale di Mancini ha vinto l’Europeo un anno fa. Bisogna ricordarsi anche delle cose positive, non solo di quelle negative: il problema dell’Italia è anche questo”, ha aggiunto l’ex bandiera della Fiorentina.
Parole di incoraggiamento arrivano anche dal campione del mondo 2006 Francesco Totti: “La Nazionale deve ancora crescere tanto, per ottenere risultati importanti. Deve fare esperienza e avere grandi giocatori e un grande gruppo. Ma piano piano faremo di nuovo una grande Nazionale. Sta tutto nelle mani del ct, che deve gestire il gruppo e far crescere i giovani, facendo capire loro l’importanza di questa maglia”. Sull’innesto dei giovani, ha commentato: “È importante avere un mix di giovani e veterani, sta al ct far crescere i giovani”. Quanto alle polemiche sul presunto scarso attaccamento alla Nazionale, Totti è tranchant: “Se non c’è attaccamento alla maglia azzurra allora è meglio che cambino sport”. All’indomani del ko è intervenuta anche la madre del ct, Marianna Puolo, sottolineando che serve “trovare coraggio, ma non si possono fare le nozze coi fichi secchi”, e rivelando il figlio “è preoccupato perché non ha i giocatori all’altezza. Scherza: ‘A settembre torniamo in campo, ci vuole un miracolo, forse dobbiamo andare a Lourdes…'”. Mentre, ha aggiunto la madre di Mancini, “il reparto che mi preoccupa di più è l’attacco e forse un po’ la difesa, che ha preso il primo gol da polli”.
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