Per Karim The Dream nell'ultima stagione 44 reti in 45 gare, ben 15 in Champions League

Il duopolio Messi-Ronaldo è spezzato ancora, ma le nuove leve Haaland-Mbappé devono aspettare. Karin Bemzema è l’anello di congiunzione tra le future stelle del firmamento calcistico e i due totem che hanno rubato la scena negli ultimi 15 anni. Dopo Luka Modric è un altro simbolo del Real Madrid a inserirsi nell’albo del Pallone d’Oro monopolizzato da CR7 e dalla ‘Pulce’. Per gli attaccanti da sempre parlano i numeri, e quelli di Karim The Dream nell’ultima stagione sono da capogiro. 44 reti in 45 gare, ben 15 in Champions League, dove ha trascinato la squadra di Carlo Ancelotti verso un successo inatteso alla vigilia, da vero outsider.Con l’addio di Ronaldo al Santiago Bernabeu il centravanti francese di origini algerine è sbocciato definitivamente diventando il leader spirituale e tecnico dei ‘blancos’. Lì dove è approdato nel 2009, dopo essersi messo in mostra alle grandi d’Europa con la maglia dell’Olympique Lione, la squadra in cui è cresciuto calcisticamente e ha mosso i primi passi, conquistando un titolo di capocannoniere in Ligue1 che gli è valso il premio di miglior giocatore dell’anno nella stagione 2007/08. Un’intuizione di Florentino Perez nel 2009 gli vale la chiamata al Real Madrid.

All’ombra del Santiago Bernabeu di anno in anno il centravanti 34enne matura fino a diventare uno dei migliori interpreti del ruolo della sua epoca .Negli anni non sono mancati gli alti e i bassi, soprattutto fuori dal campo. Dal caso sex tape per il ricatto al compagno di nazionale Valbuena (che gli è costato l’esclusione dalla rosa della Francia nell’Europeo in casa del 2016 e nel successivo Mondiale vinto da Pogba e compagni in Russia) fino al rapporto tutt’altro che idilliaco, almeno agli inizi, con Vinicius Junior (“non passategli la palla”, venne pizzicato a dire durante una partita). Un lungo viaggio non senza ostacoli – ha ritrovato la maglia dei ‘bleus’ solo nel 2021 – che lo ha portato fino in cima al mondo. A suon di dribbling, a suon di trofei (sono 28 quelli conquistati a livello di club), a suon di gol. A 24 anni dall’ultima volta, con Zinedine Zidane, la Francia incorona un nuovo re. Con la barba folta e l’ormai inseparabile fasciatura alla mano destra. Che gli tiene fermo un mignolo fratturato da anni senza placare la sua fame di vittorie.

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