Gravi ripercussioni al traffico: le tifoserie dirette a Genova e Milano per le sfide contro Sampdoria e Milan

Una vera e propria guerriglia in autostrada, che oggi ha spezzato l’Italia a metà. Gli ultras del Napoli, diretti a Genova per la sfida a Marassi contro la Sampdoria si sono scontrati con i tifosi della Roma, attesi a Milano a San Siro per l’incontro tra il Milan e i giallorossi. Secondo una prima ricostruzione e da alcuni video diffusi sui social gli ultras si sono scontrati vicino ai distributori di benzina per poi invadere una delle carreggiate e bloccare il flusso del traffico. Le due tifoserie si sono affrontate – rigorosamente con il volto coperto da sciarpe e cappucci – a colpi di sassi, bastoni, fumogeni e petardi. I tifosi della Roma in transito, molto probabilmente avvisati della presenza dei napoletani, hanno rallentato la marcia fino a fermarsi all’altezza dell’area di sosta Badia al Pino mentre una parte della tifoseria del Napoli posizionatasi lungo la recinzione, ha iniziato un fitto lancio di oggetti contundenti verso le autovetture sulla carreggiata. Entrambi i gruppi si sono spostati all’altezza dell’uscita dell’autogrill e sono entrate in contatto per pochi minuti. I tifosi romanisti dopo circa 15 minuti sono ripartiti, mentre quelli napoletani, circa 350, sono rimasti nell’area di servizio e successivamente scortati fino a Genova da personale delle forze di polizia.Minuti di paura che hanno riportato subito indietro al 2007. L’area di servizio di Badia al Pino, teatro degli scontri, è nota infatti alle cronache per la morte del tifoso della Lazio Gabriele Sandri. Proprio l’11 settembre 2007 nello stesso autogrill fu ucciso mentre andava a vedere una partita della squadra biancoceleste, falciato da un colpo di pistola esploso dall’agente Luigi Spaccarotella. Il bilancio di oggi è di un tifoso romanista ferito, portato in codice giallo all’ospedale di Arezzo, colpito da un’arma da taglio. L’uomo non sarebbe però in pericolo di vita.

 La Polizia sta visionando i filmati di video sorveglianza ed è al lavoro per identificare i responsabili sulla base del quale si procederà ad informare l’Autorità giudiziaria e sarà valutata l’emissione di provvedimenti interdittivi di competenza del questore. Pesanti le ripercussioni sul traffico, proprio nel giorno del contro esodo dopo il weekend dell’Epifania. L’autostrada è rimasta chiusa per 50 minuti e all’altezza di Monte San Savino si è formata una coda lunga 15 chilometri.A condannare il gesto arriva immediatamente il tweet del vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini: “Questi non sono tifosi. Autostrada chiusa e viaggiatori italiani bloccati? Paghino tutti i danni di tasca loro, e mai più allo stadio”. A fargli eco il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi che definisce i responsabili degli scontri “delinquenti”, sostenendo come ci sia una “differenza abbissale tra i Tifosi che vanno allo stadio, in casa o in trasferta, per cantare, abbracciarsi, gioire o soffrire per la propria squadra e i delinquenti che si scontrano in una stazione di servizio autostradale, creando problemi alle persone perbene”. Per Abodi non sono tifosi e soprattutto “non c’è errore più grande del fare di tutta l’erba un fascio. Nel 2023, paga chi sbaglia e mi auguro succeda anche per i teppisti che si sono scontrati oggi sull’A1”, ha concluso.Sempre in quel maledetto 2007, per scontri tra ultras a perdere la vita fu anche l’agente di polizia Filippo Raciti: “E se ci fosse scappato il morto?”, si domanda, parlando a LaPresse, Marisa Grasso Raciti, moglie dell’ispettore ucciso durante gli scontri in Catania-Palermo, che racconta come “dopo 16 anni sentire ancora queste notizie mi riportano indietro e mi fanno paura. Mi fa paura solo pensare che ci possono essere altre famiglie che possano vivere ancora anni per tornare alla normalità per colpa di stupidi”. Per la vedova Raciti la situazione è molto grave e “il governo dovrebbe dare delle risposte immediate. Non si può piegare una intera nazione a questo linguaggio stupido e violento dietro il mondo del calcio, non possiamo essere sempre vittime. Non si può accettare”.

 

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