Il calciatore brasiliano del Real Madrid è stato vittima di insulti nel match di Valencia. Ancelotti: "Uno stadio intero gridava scimmia"

“Non era la prima volta, né la seconda, né la terza. Il razzismo è la normalità nella Liga. La lega pensa che sia normale, la Federazione anche e gli avversari incoraggiano. Mi dispiace tanto. Il campionato che una volta era di Ronaldinho, Ronaldo, Cristiano e Messi, oggi è dei razzisti”. È durissimo lo sfogo di Vinicius Jr, attaccante del Real Madrid, oggetto di sfoghi razzisti al Mestalla di Valencia. “Una nazione bellissima, che mi ha accolto e che amo, ma che ha accettato di esportare l’immagine nel mondo di un paese razzista. Mi dispiace per gli spagnoli che non sono d’accordo – aggiunge Vinicius sui social – ma oggi in Brasile la Spagna è conosciuta come un paese di razzisti“. “E sfortunatamente, per tutto quello che succede ogni settimana, non ho modo di difendermi. Sono d’accordo. Ma io sono forte e vado fino in fondo contro i razzisti. Anche se lontano da qui”, ha concluso Vinicius che manda un messaggio clamoroso alla Liga su un suo possibile addio al Real Madrid.

 
 
 
 
 
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Real Madrid presenta denuncia su cori razzisti a Vinicius 

Il Real Madrid prende posizione sugli insulti razzisti indirizzati a Vinicius durante il match con il Valencia. Il club, in una nota, “esprime la sua più forte repulsione e condanna gli eventi accaduti ieri contro il nostro giocatore”. “Questi fatti costituiscono un attacco diretto al modello di convivenza del nostro Stato di diritto sociale e democratico”, si legge. “Il Real Madrid ritiene che anche tali attacchi costituiscano un crimine di odio, per cui – informa la nota – ha presentato la relativa denuncia all’Ufficio del Procuratore Generale dello Stato, in particolare alla Procura contro i crimini di odio e la discriminazione, in modo che i fatti possano essere indagati e chiarire le responsabilità“. 

Ancelotti su cori a Vinicius: “Uno stadio intero gridava scimmia”

Uno stadio intero che grida scimmia a un giocatore, non ho mai visto una cosa del genere“. Parole durissime di Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, dopo il grave episodio di razzismo allo stadio Mestalla di Valencia nei confronti del suo giocatore brasiliano Vinicius. “Oggi non voglio parlare di calcio, ma di quello che è successo qui. Penso che sia più importante. Più che una sconfitta, non trovate? Sono molto calmo, ma quello che è successo oggi non dovrebbe succedere“, aggiunge il tecnico italiano. “Che uno stadio gridi ‘scimmia’ a un giocatore e che un allenatore pensi di toglierlo per quello… C’è qualcosa che non va in questo campionato”, ribadisce Ancelotti. Il tecnico del Real ha poi rivelato che Vinicius “non voleva continuare a giocare, gli ho detto che non mi sembrava giusto, non era colpa sua, non era lui il colpevole. Così ha continuato a giocare e ha pure preso un rosso insensato. Detto questo, abbiamo un problema”. “Questi episodi di razzismo non possono accadere, è stato lo stadio intero, non solo una persona, come in altre occasioni. Si doveva fermare la partite e avrei detto lo stesso se avessimo vinto 3-0“, ha concluso Ancelotti che durante la partita ha parlato a lungo con l’arbitro invitandolo a fermare la partita come poi avvenuto. 

Infantino: “Solidarietà a Vinicius, non c’è posto per razzismo”

“Tutta la nostra solidarietà a Vinicius. Non c’è posto per il razzismo nel calcio o nella società, e la Fifa sostiene tutti i giocatori che lo hanno subito. Gli eventi accaduti durante la partita tra Valencia e Real Madrid mostrano quanto sia cruciale questa battaglia”. Così il presidente della Fifa Gianni Infantino, in merito agli insulti razzisti a giocatore del Real Madrid nel match di ieri con il Valencia. “Questo è il motivo per cui nelle competizioni Fifa esiste un processo a tre fasi ed è raccomandato per essere utilizzato a tutti i livelli del calcio”, ha spiegato. “In primo luogo, la partita viene interrotta e annunciata. In secondo luogo, i giocatori lasciano il campo di gioco e l’annunciatore dice che se gli attacchi continuano, la partita verrà sospesa. La partita verrà ripresa e, in terzo luogo, se gli attacchi continuano, la partita verrà interrotta e i tre punti andranno all’avversario. Queste – ha aggiunto – sono le regole che dovrebbero essere applicate in tutti i paesi e in tutti i campionati. È chiaro che questo è più facile a dirsi che a farsi, ma dobbiamo farlo e dobbiamo sostenerlo attraverso l’educazione“, ha concluso Infantino.

La replica di Tebas, presidente della Liga 

Immediata la risposta del presidente della Liga Tebas: “Poiché quelli che dovrebbero spiegarti cosa può e cosa non può fare la Liga nei casi di razzismo non lo fanno, abbiamo cercato di spiegartelo noi, ma non ti sei presentato a nessuna delle due date concordate che tu stesso avevi chiesto”, la replica del massimo dirigente del calcio spagnolo. “Prima di criticare e calunniare la Liga, devi informarti adeguatamente. Non lasciarti manipolare e assicurati di comprendere le responsabilità di ciascuna parte e il lavoro che abbiamo svolto insieme”. Parole che non sono bastate al brasiliano, che ha controreplicato sempre sui social: “Ancora una volta, invece di criticare i razzisti, il presidente della Liga appare sui social media per attaccarmi. Per quanto parli e fai finta di non leggere, l’immagine del tuo campionato traballa. Guarda le risposte ai tuoi post e avrai una sorpresa. L’omissione – ha aggiunto l’attaccante – ti rende solo uguale ai razzisti. Non sono tuo amico per parlare di razzismo. Voglio azioni e punizioni. Gli hashtag non mi commuovono”.

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