Szymon Marciniak, designato per dirigere la sfida tra Manchester City e Inter, vicino a un politico accusato di promuovere teorie antisemite, sessiste e omofobe
E’ bufera su Szymon Marciniak, l’arbitro designato per la finale di Champions League tra Manchester City e Inter. Un’associazione antirazzista ha invitato il 42enne direttore di gara a prendere le distanze da un politico di estrema destra in Polonia, mentre la Uefa ha affermato di volere “chiarimenti urgenti” in vista della finale che si terrà ad Istanbul il 10 giugno prossimo. Il fischietto polacco, che rischiava di essere escluso dall’atto conclusivo del prestigioso torneo, si è presto scusato con l’organo di governo del calcio europeo.
L’associazione ‘Never Again‘ a Varsavia ha affermato che Marciniak “ha promosso e partecipato a un recente evento organizzato da un leader polacco di estrema destra, Slawomir Mentzen”. “Siamo scioccati e sconvolti dall’associazione pubblica di Marciniak con Mentzen e il suo marchio di politica tossica di estrema destra”, ha dichiarato il co-fondatore di ‘Never Again’ Rafal Pankowski. “È incompatibile con i valori fondamentali del fair play come l’uguaglianza e il rispetto”.
Mentzen è leader del partito populista Konfederacja, accusato di promuovere visioni antisemite, sessiste e omofobe. L’arbitro è stato annunciato come relatore chiave a un evento pubblicizzato come una conferenza d’affari per imprenditori lunedì a Katowice, in Polonia. Mentzen ha promosso il coinvolgimento dell’arbitro sui suoi canali social.
Uefa: “La comunità calcistica detesta i “valori” promossi dal gruppo in questione”
La Uefa ha affermato in un comunicato che “l’intera comunità calcistica detesta i ‘valori’ promossi dal gruppo in questione e prende molto sul serio queste accuse”. Pankowski ha detto che ‘Never Again’ ha invitato Marciniak “a riconoscere il suo errore. Se non lo fa, crediamo che la Uefa e la Fifa dovrebbero trarne le conseguenze”.
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