Il fischietto polacco era finito nella bufera per aver preso parte a un evento legato a un politico di estrema destra
Szymon Marciniak resta l’arbitro della finale di Champions League tra Manchester City e Inter, in programma il prossimo 10 giugno a Istanbul. Lo ha confermato la Uefa dopo le scuse ricevute dal direttore di gara polacco, finito nella bufera nel suo paese per aver partecipato a un recente evento organizzato da un leader polacco di estrema destra.
“Non sapevo che l’evento fosse associato a un movimento di estrema destra, se fossi stato a conoscenza di questo fatto avrei rifiutato categoricamente l’invito – ha dichiarato Marciniak in una nota diffusa dalla stessa Uefa – I valori promossi da questo movimento sono del tutto contrari alle mie convinzioni personali e ai principi che sostengo nella mia vita”. Marciniak ha poi sottolineato “il mio incrollabile sostegno ai valori sostenuti dall’Uefa, in particolare l’inclusività e il rispetto per tutti gli individui, principi al centro dello spirito del calcio e perfettamente in linea con le mie convinzioni personali – ha concluso – Inoltre condanno fermamente qualsiasi forma di odio, discriminazione o intollerenza, che non hanno posto nello sport o nella società nel suo insieme”.
L’arbitro polacco ha assicurato che “da ora in avanti mi impegnerò ad essere più attento nell’esaminare gli eventi e le organizzazioni a cui mi associo – ha ammesso – Mi impegnerò a imparare da questa esperienza e a garantire che questi errori non si verifichino in futuro”.
UEFA statement concerning Szymon Marciniak: ⬇️
— UEFA (@UEFA) June 2, 2023
L’Uefa riconosce le scuse e i chiarimenti
Di fronte alla presa di posizione di Marciniak, la Uefa riconosce “le sue scuse e i suoi chiarimenti”. L’organo di calcio europeo inoltre in queste ore ha contattato ‘Neveragain’, una Ong affiliata alla rete FARE, che aveva sollevato preoccupazioni sul coinvolgimento di Marciniak. La stessa organizzazione “ha chiesto che il signor Marciniak rimanga al suo posto come arbitro per la finale, affermando fermamente che la sua rimozione minerebbe la promozione dei valori di antidiscriminazione”. La Uefa “si impegna a promuovere un ambiente calcistico inclusivo, rispettoso e leale e si oppone fermamente all’odio, alla discriminazione e all’intollerenza – si legge infine nella nota – Ribadiamo il nostro impegno a promuovere l’unità, il rispetto e il fair play all’interno di questo bellissimo gioco”.
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