In pole per la successione ci sarebbero Luciano Spalletti e Antonio Conte
Dopo la ‘rivoluzione’ dell’intero settore tecnico arriva il ‘terremoto’, inatteso e per questo ancora più squassante. Roberto Mancini spiazza tutti e con una lettera inviata sabato sera alla Figc annuncia le dimissioni da ct della Nazionale, confermate dalla stessa federazione in una torrida domenica di metà agosto. Per il tecnico di Jesi, che due estati fa ha issato l’Italia sulla vetta d’Europa regalando una gioia inaspettata, la lunga avventura con gli Azzurri iniziata nel 2018 si conclude qui, a una manciata di giorni appena dall’entrata in carica come coordinatore centrale delle Nazionali che gli aveva conferito la Figc, e a meno di un mese dal ritorno in campo dell’Italia, impegnata per le qualificazioni agli Europei 2024 a Skopje contro la Macedonia del Nord. È quella stessa avversaria che lo scorso novembre eliminò l’Italia dalle qualificazioni ai mondiali in Qatar, ma si tratta solo di coincidenze temporali che si intrecciano comunque con un epilogo che attende di essere dipanato con chiarezza. “Le dimissioni sono state una mia scelta personale. Ringrazio il presidente Gravina per la fiducia, insieme a tutti i membri della Figc. Saluto e ringrazio tutti i miei giocatori e tifosi che mi hanno accompagnato in questi 5 anni. Porterò sempre nel cuore la straordinaria vittoria dell’Europeo 2020. È stato un onore”, è il post con cui si congeda il ct, provando a smentire voci sulle motivazioni del suo addio. Per la stampa araba la sua destinazione sarebbe la panchina dell’Arabia Saudita.
Spalletti e Conte in pole per la successione
Il flop mondiale che ha segnato il destino di una nazionale rimodellata da Mancini proprio per riappropriarsi nel 2026 del palcoscenico Mondiale, era stato ampiamente superato, la ferita rimarginata e si puntava a ripartire più forti e convinti di prima, cercando il modo di uscire da un periodo di involuzione nel gioco e nei risultati dopo la magica estate del 2021, in cui era stato espresso un calcio propositivo, contrassegnato anche da una serie di record (di vittorie e imbattibilità). Ma qualcosa negli ultimi mesi e settimane deve essersi rotto. “Si conclude una significativa pagina di storia degli Azzurri, iniziata nel maggio 2018 e conclusa con le Finali di Nations League 2023. In mezzo, la vittoria a Euro 2020, un trionfo conquistato da un gruppo nel quale tutti i singoli hanno saputo diventare squadra”, è quanto scrive la Figc, dalle cui parole traspare una certa sorpresa. “Tenuto conto degli importanti e ravvicinati impegni per le qualificazioni a Euro 2024, la Figc comunicherà nei prossimi giorni il nome del nuovo ct della Nazionale“, aggiunge nel comunicato mobilitadosi subito per trovare il successore del ‘Mancio’. In pole, a quanto si apprende, ci sono Luciano Spalletti, ‘libero’ dopo aver conquistato lo scudetto con il Napoli, e l’ex ct Antonio Conte, che si è sganciato la scorsa primavera dal Tottenham. Seguono tanti ex campioni del mondo, da Fabio Cannavaro, a Filippo Inzaghi, passando per Gennaro Gattuso, Daniele De Rossi e Fabio Grosso.
Sirene saudite per il Mancio?
Ma tra le tante domande che la tifoseria si è fatta, oltre a chi sarà il nuovo allenatore dell’Italia, c’è sicuramente quella che riguarda le ragioni dello strappo che hanno portato all’addio, arrivato a pochi giorni da una rivoluzione dell’organigramma delle nazionali che aveva portato importanti cambiamenti nello staff con Bollini, Barzagli, Gagliardi, Salsano nel nuovo team, lo spostamento di Attilio Lombardo all’U20, Nuciari al ruolo di osservatore e l’esclusione di Alberico Evani, ex compagno nella Sampdoria, amico di una vita e stretto collaboratore anche in panchina dello jesino. Tra le tante voci anche quella che arriva dalla stampa araba secondo cui la federcalcio saudita si sarebbe nei giorni scorsi mobilitata proponendo al ct campione d’Europa un contratto triennale per sedere sulla panchina della Nazionale saudita. Le assordanti sirene arabe sarebbero già suonate da tempo.
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