La lunga carriera di 'Sor Carletto', che ha lanciato Totti e scoperto Pirlo da regista. Il binomio con Roberto Baggio a Brescia

Quella corsa forsennata sotto la curva dei tifosi dell’Atalanta è entrata di diritto nella storia del calcio italiano: protagonista Carlo Mazzone, allenatore del Brescia offeso per gran parte della partita dai supporter nerazzurri ed esploso dopo il gol del 3-3 in un derby lombardo passato alla storia. Conosciuto con il soprannome di Sor Carletto o Sor Magara per via del suo inconfondibile accento romanesco, Mazzone detiene il record di panchine in Serie A, con 797 panchine ufficiali (compresi 5 spareggi). Panchina d’Oro alla carriera, nel 2020 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. Il suo nome resterà legato indissolubilmente all’Ascoli, squadra in cui ha giocato da calciatore in Serie C e che ha guidato più volte da allenatore. Proprio nella cittadina marchigiana, Mazzone ha quindi stabilito la sua residenza al termine di una carriera durata 40 anni e che lo ha portato a girare in lungo e in largo tutto lo Stivale. Nato a Roma il 19 marzo 1937, tifoso romanista, ha collezionato proprio con la casacca giallorossa le sue due uniche presenze in Serie A da calciatore. Passato alla Spal e successivamente al Siena, Mazzone trova ad Ascoli la sua seconda casa. Nove anni da giocatore in Serie C, la fascia di capitano, poi la promozione ad allenatore da parte del mitico presidente Costantino Rozzi. Negli anni ’70, il tecnico romano portò la compagine marchigiana fino in Serie A. Quindi un lungo girovagare sulle panchine di Fiorentina, Catanzaro, ancora Ascoli, Bologna, Lecce, Pescara diventando uno specialista nelle salvezze. Nel 1993 portò il Cagliari ad una storica qualificazione in Coppa UEFA con il sesto posto in campionato. L’anno successivo viene ingaggiato dalla Roma, la squadra del cuore e della sua città.
Nei tre anni con i giallorossi conquistò un settimo posto e due quinti posti. Durante la sua permanenza a Roma lanciò in prima squadra, a soli 16 anni, Francesco Totti, dopo che lo storico capitano giallorosso aveva esordito in A sotto la guida di Boskov.

A Brescia con Baggio e Guardiola

Lasciata la Capitale, Mazzone ricominciò il suo personale Giro d’Italia ancora a Cagliari, quindi a Napoli e ancora a Bologna dove rilanciò Beppe Signori. Quindi il passaggio al Perugia e nel 2000 l’approdo al Brescia dove regalerà una seconda giovinezza a Roberto Baggio. Il binomio con il Divin Codino portò il Brescia alla serie record di quattro salvezze consecutive e la qualificazione sfiorata alla Coppa UEFA nel 2001. Si deve a Mazzone, proprio a Brescia, l’intuizione di arretrare Andrea Pirlo da trequartista a regista. Una svolta nella carriera del centrocampista bresciano, che in quel ruolo diventerà campione del Mondo nel 2006. Il 30 settembre 2001 memorabile la sua corsa sotto la curva dei tifosi dell’Atalanta, dove il tecnico festeggiò un gol siglato da Baggio. Gli ultimi anni di carriera sulla panchina ancora del Bologna e infine su quella del Livorno. Nel 2009, in occasione della finale di Champions League, fu invitato alla partita da Josep Guardiola, allenatore del Barcellona e suo ex giocatore nel Brescia: Mazzone accettò volentieri dichiarando apertamente di tifare per la squadra spagnola. Il suo modo bonario e le sue celebri massime in romanesco ne fecero uno dei personaggi simbolo del calcio italiano fra gli anni ’80 e 90′. Le sue squadre, tranne rare eccezioni, non hanno mai potuto contare su giocatori di grande talento, ma hanno fatto dell’organizzazione tattica la loro forza. “La tecnica è il pane dei ricchi, la tattica è il pane dei poveri”, diceva infatti Mazzone. Una volta ad Amedeo Carboni, difensore della Roma, durante una partita disse: “Amedè quanti gol hai fatto in carriera? ‘4 Mister’. E allora perché ca… te ne stai a annà in attacco!!!”. Proprio grazie a questo suo essere personaggio anche fuori dal campo, nel 2008 lo portò anche sul grande schermo interpretando sé stesso in un cameo nel film ‘L’allenatore nel pallone 2’ con Lino Banfi. La vita e le imprese calcistiche di uno degli ultimi pilastri di un calcio romantico evaporato negli anni fin quasi a dissolversi sono condensate in un documentario di Amazon Prime del 2022. “Come un padre” è il titolo che racchiude la storia di un uomo capace di restare nel cuore di tutti.

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