La storica sentenza può rivoluzionare il mondo del calcio. Presentato il nuovo progetto: 64 squadre divise in 3 leghe

Un autentico terremoto rischia di abbattersi sul calcio mondiale: con una sentenza storica la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che “le norme di Fifa e Uefa sull’autorizzazione preventiva delle competizioni calcistiche per club, come la Superlega, violano il diritto dell’Ue“.

“Esse sono infatti contrarie al diritto della concorrenza e alla libera prestazione dei servizi”, rileva la Corte Ue, secondo cui “i poteri della Fifa e della Uefa non sono disciplinati da alcun criterio che ne garantisca il carattere trasparente, obiettivo, non discriminatorio e proporzionato”. Di fatto da Bruxelles arriva una sorta di via libera a un progetto alternativo alle attuali competizioni, quello appunto di una Superlega così come era stata ribattezzata nel 2021. Un progetto naufragato in pochi giorni sotto la minaccia di pesanti sanzioni da parte di Uefa e Fifa, che costrinsero 9 dei 12 club aderenti (tra cui Inter e Milan) a fare marcia indietro. Solo successivamente anche la Juve, finita l’era Agnelli, è uscita da un progetto che vede al momento come unici promotori soltanto Real Madrid e Barcellona. Ma da oggi le cose potrebbero cambiare, tanto che il ministro dello sport Andrea Abodi ha annunciato che “i grandi paesi europei si vedranno il 10 gennaio a Bruxelles per concordare ulteriormente la posizione e sostanziarla”.

Secondo la Corte Ue sono “illegali” le norme che richiedono l’autorizzazione preventiva di Uefa e Fifa per la creazione di qualsiasi progetto per una nuova competizione, così come la previsione di sanzioni per le squadre e i giocatori che vi prenderebbero parte. “Allo stesso modo, le norme che garantiscono alla Fifa e alla Uefa il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti legati a queste competizioni rischiano di restringere la concorrenza, data l’importanza di queste competizioni per i media, i consumatori e i telespettatori dell’Ue”, prosegue la Corte.

Immediate le reazioni della società organizzatrice della Superlega, A22 Sports, con il ceo Bernd Reichart che ha detto: “Abbiamo ottenuto il diritto di competere. Il monopolio della Uefa è finito. Il calcio è libero. I club sono ora liberi dalla minaccia di sanzioni e liberi di determinare il proprio futuro”. “Il calcio europeo non sarà mai un monopolio e da oggi i club saranno padroni del proprio destino. Ci riteniamo capaci di promuovere le competizioni che consideriamo. L’Europa delle libertà ha trionfato”, ha aggiunto il presidente del Real Madrid Florentino Perez. E’ tornato a parlare anche Andrea Agnelli, che attraverso i suoi profili social ha citato il testo di una canzone dagli U2 e scritto: “Fino alla fine… Love Football”.

Immediate anche le reazioni delle principali istituzioni calcistiche nazionali e internazionali, a partire dal n.1 della Fifa Gianni Infantino secondo cui “la sentenza di oggi non cambia nulla. Storicamente abbiamo organizzato le migliori competizioni al mondo e così sarà anche in futuro, a beneficio esclusivo del nostro gioco”. Durissima anche la replica del presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin secondo cui “il calcio non è in vendita”. “Il calcio rimane unito e proteggeremo il nostro mondo da qualsiasi progetto che voglia danneggiarlo”, ha aggiunto. In Italia la Figc si è subito schierata al fianco di Uefa e Fifa, spiegando che “riconoscendosi pienamente negli organismi sovraordinati della Uefa e della Fifa, ribadisce la sua convinta azione a tutela dei campionati nazionali, per la difesa del più ampio e generale principio del merito sportivo e del rispetto dei calendari internazionali”. Per queste motivazioni, in ossequio alle leggi nazionali e ai regolamenti internazionali, la Figc “ritiene che la Superlega non sia un progetto compatibile con queste condizioni e agirà sempre, in tutte le sedi, perseguendo gli interessi generali del calcio italiano”. Secondo il presidente del Coni Giovanni Malagò però con la Superlega “il rischio che lo Scudetto diventi marginale in termini di interessi esiste”.

Per il momento nessun altro club, a parte Real e Barcellona, si è schierato a favore della Superlega. Anzi, dal Bayern Monaco all’Inter, dal Manchester Utd alla Roma, fino all’Atletico Madrid, sono numerose le prese di posizione al fianco di Uefa e Fifa. Così come da parte della Lega Serie A, Premier League, della Liga, della Ligue 1, dell’Associazione delle leghe europee e dell’Eca. Insomma un fronte comune contro un progetto che in effetti è difficile possa partire nell’immediato, nonostante la proposta già avanzata da parte di A22 di una competizione con un sistema aperto di promozioni e retrocessioni con una stagione regolare e una fase a eliminazione diretta. Le squadre partecipanti sarebbero 64, divise in tre leghe: la Star con 16 club suddivisi in due gruppi da 8; la Gold con 16 club suddivisi in 2 gruppi da 8 e la Blue con 32 club in 4 gruppi da 8. La stagione regolare si svolgerebbe da settembre ad aprile con partite in casa e trasferta (in tutto 14 partite per ciascun club, 7 in casa e 7 in trasferta). Le promozioni tra le leghe saranno annuali e l’accesso alla Lega Blue, il livello più basso della competizione, si baserà sui risultati ottenuti nel campionato nazionale. La nuova Superlega prevede inoltre la trasmissione delle partite in streaming su una piattaforma gratuita, un altro aspetto che preoccupa leghe e broadcaster sul fronte dei diritti tv.

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