La misura, contenuta nelle prime bozze del Milleproroghe, è rimasta fuori dal decreto. Lega Serie A: "Stupiti e preoccupati"
È saltata la proroga del cosiddetto ‘Decreto crescita’ che avrebbe prolungato le agevolazioni e gli sconti fiscali per gli sportivi, a partire dai calciatori, in arrivo dall’estero. La misura, contenuta nelle prime bozze del Milleproroghe, è quindi rimasta fuori dal decreto dopo una accesa discussione in Consiglio dei Ministri. In sostanza, in questo modo resterà la stretta che scatterà da gennaio, introdotta con uno dei decreti legislativi attuativi della delega fiscale.
Lega Serie A: “Stupiti e preoccupati da mancata proroga regime fiscale”
La Lega Serie A “prende atto con stupore e preoccupazione delle indiscrezioni di stampa circolate in serata relativamente alla decisione che il Consiglio dei Ministri avrebbe preso di non approvare alcuna proroga del regime fiscale speciale per gli impatriati lavoratori sportivi. Tale decisione, se confermata, avrà quale unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito”, è quanto si legge in una nota della Lega Serie A.
“La mancata proroga, come anche illustrato in maniera puntuale e dettagliata in una nota inviata al Governo nei giorni scorsi, produrrà infatti minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l’erario. Dal momento che la proposta di proroga aveva ottenuto il via libera tecnico per essere presentata in Consiglio dei Ministri, il fatto che alla fine sarebbe stata esclusa lascia supporre che sia prevalsa per l’ennesima volta una visione del Calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci: una visione che purtroppo non tiene conto dello straordinario ruolo economico, oltre che sociale e culturale, che ricopre questo comparto industriale in Italia. Qualora l’esito del Consoglio dei Ministri venisse confermato, la Serie A auspica che il Parlamento possa correggere questo errore che danneggia non solo il Calcio italiano, ma tutto lo sport e il suo considerevole indotto”, conclude la nota.
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