Il presidente del Torino: "Togliendo il decreto crescita si penalizza lo sport senza avvantaggiare nessuno"

Duro attacco di Urbano Cairo, presidente del Torino, nei confronti dell’esecutivo in seguito all’incontro tra Lega Serie A e Figc sulla riforma del calcio italiano. “Sembra quasi che ci sia una volontà da parte del governo di affossare il calcio“, ha affermato Cairo. “Lo stato non dà il minimo aiuto perché avete visto cosa è successo con il decreto crescita che era un vantaggio anche per il governo. Togliendo il decreto crescita si penalizza il calcio senza avvantaggiare nessuno. Poi c’è il tema del betting che vale sedici miliardi di euro e dal quale noi non prendiamo un centesimo. Infine gli stadi, ci sono squadre che li vogliono fare ma non ci riescono“, ha aggiunto. 

Abodi: “Governo non è ostaggio di nessuno”

Parole dure a cui ha replicato il ministro dello Sport, Andrea Abodi. “Il Governo non è e non sarà mai ostaggio di nessuno. Ci assumiamo la piena responsabilità delle scelte che facciamo e delle decisioni che prendiamo. Le posizioni del Governo, così come ribadito dal Presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine anno, anche in ambito sportivo, non potranno essere condizionate dalle lobby, né indirizzate e influenzate da nessuno, questo vale naturalmente anche per le deleghe che mi sono state affidate”, ha dichiarato. “Leggo alcune note stampa surreali che esprimono, da una parte, la volontà di affossare il sistema calcio e, dall’altra, di privilegiarlo. Da sempre auspico che lo Sport unisca e che non si guardi all’industria del calcio solo da un unico punto di vista, ma si possa avere una visione d’insieme che rafforzi il sistema in tutte le sue componenti, anche nell’ottica della mutualità e della sussidiarietà che contribuisce al benessere dell’intero mondo sportivo. Il Disegno di legge delega sulla revisione e sulla gestione dei diritti audiovisivi, connessi agli eventi e ai contenuti, e per lo sviluppo delle infrastrutture in ambito sportivo, ad esempio, andrà proprio in questa direzione. La sessione di bilancio ha priorità per legge e ha avuto, quindi, inevitabili riflessi anche sulle due proposte di legge in questione. Nel pieno rispetto del Parlamento, non mi sono mai sottratto al confronto e mai lo farò“, ha concluso. 

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