Era possibile incontrarlo nel ristorante 'La Stella Marina di Montecristo'. Il ristoratore Giacomo Deiana in lacrime: "Per me era fratello e padre"
Pochi amici, schivo e remissivo, amava passeggiare per Cagliari dove era possibile spesso incontrarlo e aveva il suo posto del cuore dove cenare: ‘La Stella Marina di Montecristo’, ristorantino nel cuore della Marina, il centro storico della città. Il suo proprietario, Giacomo Deiana, per lui aveva pronto un tavolo, sempre. Un tavolo dove, anche quando Gigi Riva non c’era, nessun altro poteva sedersi. Quel tavolo era solo suo, sedia con lo schienale rosso e blu e un’infinità di fotografie e quadri alle sue spalle, tema Cagliari naturalmente, e l’immancabile sciarpa della squadra. “Gigi è stato per me come un fratello maggiore o un padre, non fa differenza”, dice in lacrime Giacomo Deiana a LaPresse. “Gigi è morto, sto soffrendo tantissimo”.
Da un paio d’anni Gigi Riva, a causa dei problemi di salute, usciva di casa raramente e non riusciva più ad andare nel suo ristorante del cuore, dove i clienti ogni sera da trent’anni speravano di poterlo incontrare, seduto a quel tavolo appena entrati sulla sinistra. “Gigi non passava più qui da circa due anni ma mi sentivo spesso con i figli e con lui. Amava la riservatezza, io l’ho protetto spesso da telecamere e curiosi e lui sapeva che qui aveva il suo rifugio sicuro”.”Qualche antipastino, minestrone e pesce. Oppure ossobuco, ne andava matto”, il suo menù preferito. “Mi ha confidato dei segreti che porterò per sempre dentro di me. L’ho visto l’ultima volta due mesi fa, andai e trovarlo a casa e già non era più quello di sempre. Mi sembra – piange Deiana – di pensare che Beckenbauer, morto due settimane fa, l’abbia chiamato in cielo, proprio lui che l’ha marcato stretto nell’indimenticabile Italia-Germania 4-3″.
Il tavolo di Riva a ‘La Stella Marina di Montecristo’ è già diventato meta di pellegrinaggio di tifosi e curiosi. Un grande mazzo di rose rosse al centro, quadri e foto e sciarpe, autografi e abbracci: quello, resterà per sempre il suo tavolo.
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