Si tratta di circa 256mila metri quadri
Passo avanti importante per la realizzazione del nuovo stadio del Milan a San Donato. Secondo quanto appreso da LaPresse, il club rossonero ha perfezionato mediante atto notarile l’acquisizione dei terreni situati nel Comune alle porte di Milano dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto. Si tratta di circa 256mila metri quadri su cui SportLifeCity, società acquisita dal Milan la in estate, aveva già un preliminare di accordo. Il perfezionamento dell’acquisto dei terreni è stato un ultimo passo formale che indica un ulteriore step nel percorso di avanzamento del progetto. La spesa sostenuta per i terreni è parte di una somma di 40 milioni di euro versata a giugno dall’azionista Red Bird nelle casse del club per spese di sviluppo del progetto, quali ad esempio le spese di preparazione della documentazione presentata in Comune per una richiesta di variante o per l’acquisto appunto di terreni o altre spese simili.
I cittadini chiedono un referendum
Un referendum per dar voce ai cittadini di San Donato Milanese e farli esprimere sull’ipotesi di costruire lo stadio del Milan sul territorio del comune alle porte di Milano. È questa la proposta che il comitato ‘No Stadio’ ha ufficialmente depositato in municipio dando così il via all’iter referendario. “San Donato ha 32 mila abitanti e lo stadio che si prevede di costruire avrebbe 70 mila posti, ma non è solo quella la questione perché con lo stadio arriverebbero problemi e criticità per quanto riguarda il traffico, l’ordine pubblico e di inquinamento sia ambientale, sia paesaggistico”, spiega Innocente Curci, uno dei referenti del movimento. “Con il referendum consultivo – aggiunge – tutti i cittadini avrebbero la possibilità di esprimersi sull’opera”. Un giudizio che però non sarebbe vincolante per il comune, data la natura stessa del referendum consultivo.
“L’impatto per l’amministrazione sarebbe comunque forte perché il Consiglio comunale dovrebbe poi deliberare e decidere se conformarsi o meno ai risultati della consultazione. Se i numeri dovessero essere alti, l’impatto di moral suasion sarebbe forte e l’amministrazione comunale, a mio avviso, non potrebbe andare contro quello che è la volontà della cittadinanza”, chiarisce l’avvocato Ilaria Battistini, consulente legale dei ‘No stadio’. Un ulteriore appiglio per i ricorrenti potrebbe essere rappresentato dal fatto che nel programma elettorale dell’attuale sindaco non era presente la possibilità di costruire uno stadio. “Probabilmente se i cittadini lo avessero saputo, l’esito delle amministrative sarebbe andato in modo diverso”, sostiene il legale, che aggiunge: “Un sindaco che cambia idea non è tuttavia impugnabile però il fatto che deliberi una variante al ‘piano di governo del territorio’, se ha un effetto lesivo, assolutamente sì e oggi abbiamo già la delibera del 24 gennaio numero 15 con l’allegato documento tecnico di accompagnamento e la relativa analisi, che è possibile impugnare”.
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