Soltanto Inter, Juventus, Milan e Roma hanno votato a favore della riduzione a 18 club
La Serie A ribadisce il suo no alla riduzione dell’organico a 18 squadre, alla rinuncia del diritto di intesa e approva a maggioranza un suo documento programmatico per riformare il Calcio italiano. E’ quanto è emerso dall’assemblea di lunedì 12 febbraio.
Format a 20 squadre: solo Inter, Juver, Milan e Roma contrarie
Confermato l’attuale format a 20 squadre del campionato di Serie A”. Nel corso dell’assemblea soltanto Inter, Juventus, Milan e Roma hanno votato a favore della riduzione a 18 squadre e della rinuncia al diritto di intesa, mentre le altre 16 società hanno votato a favore dello status quo. Invece sul documento programmatico le quattro big, messe in minoranza, si sono astenute. “L’incontro in Figc di queste tre squadre non è stato ben visto. La Lega è giusto che abbia una compattezza. La loro è sembrata una Superleghina”, ha commentato in modo caustico il presidente del Torino Urbano Cairo lasciando gli uffici della Lega Serie A a Milano. Sulla posizione di Beppe Marotta, ad dell’Inter e rappresentante della Lega Serie A in seno al Consiglio federale, per ora non si è parlato di chiederne le dimissioni. “Chi rappresenta la Serie A in consiglio federale deve rappresentare il diritto di tutti e non andare lì a titolo personale. È stato un clima civile senza toni alti, si è discusso in maniera positiva”, ha detto ancora Cairo. “Non è stata avanzata questa richiesta. Ritengo Marotta, come Galliani, uno dei migliori dirigenti degli ultimi decenni, quindi nel caso non mi avrebbe visto favorevole. Sicuramente andare a rappresentare un’istanza solo con altre due squadre di cambio del format, da 20 a 18, non affrontando i temi fondamentali non mi vede d’accordo. Ma non è per questo che avrei chiesto le dimissioni di qualcuno, tantomeno di Marotta”, ha confermato il presidente del Cagliari Tommaso Giulini. “Il dialogo e la democrazia prevedono che ci possano essere posizioni contrastanti. Se poi queste posizioni si identificano anche in posizioni di leadership in termini di risultato sportivo, capite meglio di me che c’è dietro qualcos’altro”, ha detto invece il presidente del Genoa Alberto Zangrillo.
La Serie A chiede maggiore autonomia
Tornando al documento approvato oggi, secondo quanto apprende LaPresse, la Serie A chiede un peso maggiore all’interno del consiglio federale, più autonomia nella governance e autodeterminazione assoluta sui temi che riguardano esclusivamente la Lega. Il documento, nato più di un anno fa e costantemente aggiornato dalla Lega Serie A, era già stato già sottoposto alla Figc. Oggi è un testo di 19 pagine che contiene spunti su molti argomenti: governance, sostenibilità, adeguamento salari in caso di retrocessione, indipendenza piena del settore arbitrale (rendendo gli arbitri professionisti), settore giovanile, durata dei contratti dei calciatori, miglioramento del Var, stadi, scommesse, tempo effettivo ed espulsioni a tempo. Emerge la forte volontà di autodeterminazione da parte della Lega, soprattutto sui temi che la riguardano in maniera esclusiva (“Sulle cose della Lega decide la Lega”, è il concetto portato avanti dalla maggioranza dei club del massimo campionato). Il documento contiene anche proposte sui vivai, come ad esempio diversi limiti di età per le categorie, su seconde squadre e Calcio femminile.
Abodi: “Tema principale sono gli oltre 5 mld di indebitamento”
Particolare importanza riveste per la Lega Serie A la questione stadi: l’obiettivo, in questo campo, è quello di snellire le procedure per la costruzione di nuovi impianti. “Ci vuole progettualità e ricerca non solo degli assetti, ma delle regole. Perché il tema principale non so se sia il campionato a 20 o 18, ma sicuramente gli oltre 5 miliardi di indebitamento“, ha commentato il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi. “Comprendo l’esigenza di un’evoluzione del sistema che consenta alla Serie A di essere competitiva a beneficio di tutto il sistema calcistico e sportivo – ha aggiunto -. Serve uno scossone, un sussulto di dignità”. A chi domanda cosa possa fare la politica per il Calcio ha invece risposto: “Deve rispettare l’autonomia, perché ci si aspetta sempre che si trovino soluzioni all’interno. Poi nel rispetto dell’autonomia se non dovessero arrivare soluzioni faremo anche noi la nostra parte”. Infine il presidente del Coni Giovanni Malagò ha detto: “Sapete che io sono sempre stato, anche quando è nata l’idea della Superlega, un fautore del fatto che si debba rispettare e privilegiare il diritto sportivo. Le realtà che compongono il nostro campionato sono parte imprescindibile del nostro patrimonio calcistico. Dopodiché è chiaro che si tratta semplicemente di non esagerare da parte di chi vince per poi non creare degli altri problemi senza arrivare al terremoto calcistico”.
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