Le squadre di Gasperini e Allegri alla caccia del trofeo
Una Dea mai così brillante e determinata a fare la storia contro una Signora spenta, piena di rughe, destinata a subire presto una rivoluzione, perché troppo brutta per essere vera. All’Olimpico di Roma l’Atalanta delle meraviglie guarda con la massima fiducia alla prima delle sue finali, coronamento di una stagione stellare, certificata dalla super-prestazione offerta domenica sera contro la Roma, miglior viatico dal punto di vista psicologico per avvicinarsi alla notte di Coppa Italia sotto il cielo dell’Olimpico e a quella della finale di Europa League della prossima settimana a Dublino. Dall’altra parte c’è una Juventus che, raggiunto con fatica l’obiettivo minimo del pass in Champions, punta a mettersi in bacheca un trofeo per rendere meno amara un’annata incolore, condizionata dall’assenza delle Coppe ma anche da un gioco che con il passare delle giornate ha subito una preoccupante involuzione.
In casa dei bergamaschi c’è da raccogliere dopo anni di inseguimento e la sfida che vale per il titolo nazionale, può aprire sentieri finora sconosciuti. Gasperini dopo otto anni sulla panchina nerazzurra ha una voglia matta di alzare una coppa al cielo e mai come stavolta è nelle migliori condizioni per poter sfatare il tabù. I numeri sembrano dare una indicazione chiara: delle ultime 14 partite l’Atalanta ne ha vinte 9 (e perse 2), la Juventus è riuscita ad incassare i tre punti solo 2 volte. C’è poi anche un risvolto di incroci e destini che coinvolgono i due tecnici: l’allenatore atalantino cerca il suo primo trofeo e togliersi la nomea di perdente di maggior successo (è alla sua terza finale di Coppa Italia in cinque anni) anche se in carriera un titolo Gasp l’ha conquistato e proprio alla guida della Juventus, seppur Primavera (il torneo di Viareggio vinto nel 2003). Allegri invece punta al record dei cinque trofei di Coppa nazionale, cosi da distanziare Roberto Mancini e Sven Goran Eriksson, e chiudere la stagione centrando il secondo degli obiettivi ‘minimi’ indicati dalla società dopo la conquista della qualificazione in Champions.
Allegri: “Per tutti noi può essere ultima finale”
Il navigato condottiero bianconero per la prima volta da quando allena la Signora, parte sfavorito ma sa come affrontare la tempesta nerazzurra consapevole però della forza del gruppo e della storia stessa della Juventus. Il pericolo è alto e si sente dalle sue parole che suonano come una sfida ‘storica’ che segnerà il suo futuro in bianconero.
“Per tutti noi domani può essere anche l’ultima finale, dobbiamo lasciare in campo tutto quello che abbiamo con lucidità, serenità e concretezza. Alla gara ci arriviamo bene, abbiamo raggiunto l’obiettivo della Champions con due giornate di anticipo e ora abbiamo questa finale da giocare contro una squadra che sta facendo bene: sarà una partita complicata. Ci vorrà molta disponibilità in campo, dovremo cercare di vincere più duelli possibili. Quando si giocano le finali in genere c’è il 50 per cento ciascuna di vincere”, ha sottolineato il tecnico tecnico bianconero. “Arriviamo a questo match dopo aver raggiunto l’obiettivo Champions. Sarà una partita complicata, ma non ci sentiamo inferiori. – ha aggiunto – Se ci sentiamo sfavoriti? Ci sentiamo solo in grado di giocare questa finale perché le partite vanno vinte sul campo”.
Gasperini: “Siamo carichi di entusiasmo”
Dall’altra parte c’è un’Atalanta (che non schiererà Scamacca, squalificato) in stato di grazia che Gasperini non nasconde potrebbe diventare la sua migliore Dea di sempre. “C’è orgoglio per tutto quello che abbiamo fatto in questi anni. C’è stata una prima Atalanta, una seconda, questa è la terza, legate da una forte identità e dalla voglia costante di migliorarci. E’ questa voglia di migliorarci che ci ha portato stabilmente nelle zone alte, la vera soddisfazione”, ha spiegato il tecnico bergamasco. “Questa è un’Atalanta giovane e può diventare ancora più forte, perché ha dimostrato una forza morale formidabile – ha confessato Gasp – Da febbraio in poi abbiamo giocato tantissimo e tutti hanno sempre dato il massimo. I ragazzi sono stati straordinari. Aver giocato tanto ci ha aiutato ci ha tolto alcune cose ma ce ne ha date molte altre positive”.
E’ una Dea dunque mai così ambiziosa pronta a fare la storia e a rivincere la coppa nazionale 61 anni dopo il trionfo del 1963 e interrompere così una striscia di quattro finali perse di fila (1987, 1996, 2019, 2021). “Noi i favoriti? Siamo carichi di entusiasmo per i risultati recenti, ma la Juve ha fatto un girone d’andata straordinario e, anche se viene da un momento non brillante, resta una squadra molto forte. A volte si vincono trofei senza festeggiare, ma questo rapporto con la squadra e la città resterà per sempre nella storia di Bergamo”. Gasp prova ad andare oltre il risultato. Ma in gioco c’è una vittoria che farebbe la storia, sua e della Dea che punterà sui titolari (De Ketelaere per Scamacca out). Allegri invece spera nella resilienza della sua Signora (che punta su Chiesa-Vlahovic e deve fare a meno dello squalificato Locatelli), per regalare un ultimo sorriso prima dell’addio.
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