La viola ad Atene sfida in finale l'Olympiakos. L'allenatore Italiano: "Per noi è una sorta di rivincita"

Chiudere un ciclo con un trofeo. Dopo averne accarezzati due nella passata stagione. La seconda finale consecutiva della Fiorentina in Conference League rappresenta lo scenario ideale per Vincenzo Italiano per concludere nel migliore dei modi la sua avventura in Toscana. Dimenticando la delusione di Praga di un anno fa, quando a imporsi fu il West Ham, e quella in Coppa Italia, all’Olimpico contro l’Inter. Regalando al tempo stesso il primo titolo a Rocco Commisso, proprietario del club dal 2019, e omaggiando la memoria del compianto Joe Barone, scomparso qualche mese fa. Notti che Biraghi e compagni ricordano bene e che sperano di non rivivere più, trasformando l’amarezza in gioia ed euforia. “La sto vivendo con grande attesa, per noi è una sorta di rivincita. Abbiamo avuto la capacità di arrivare un’altra volta in una finale europea. Siamo stati bravi – ha ammesso il tecnico dei viola – L’anno scorso l’epilogo non è stato bello, quest’anno cercheremo di mettere in campo quell’esperienza in più per farla finire in maniera diversa”.

Tra il trofeo e la Fiorentina c’è l’Olympiakos, capace di estromettere a sorpresa la favorita Aston Villa e di raggiungere la finale di Atene, che si disputerà però sul campo della rivale AEK. “Dobbiamo interpretare la partita come se fosse l’ultima (finale, ndr) della nostra vita, nessuno ha la certezza di esserci ancora nei prossimi anni. Dobbiamo cercare di essere perfetti nella preparazione e avere il fuoco dentro e interpretarla come ho detto ai ragazzi. Una finale è sempre una finale, non devi sbagliare niente – ha aggiunto – Tutti siamo un po’ più maturi, abbiamo più esperienza rispetto all’anno scorso. Conosciamo ciò che necessita una gara del genere e ciò che troveremo domani, dall’avversario all’ambiente. Questo secondo me è un vantaggio, poi in campo per me la partita è 50 e 50 come tutte le finali”. Tra i greci, il pericolo numero uno è l’attaccante El Kaabi.

“Abbiamo portato catene e lucchetti”, scherza Italiano diventando più serio quando si affronta l’argomento legato al suo futuro. “Tutto può accadere, il calcio è strano, certezze ne dà sottozero, pensiamo a questa partita poi si valuterà il tutto. In questo momento sono concentrato sull’immediato – ha evidenziato – Ora c’è questa finale, non voglio distrarmi e pensare ad altro”. A livello di formazione l’unico dubbio riguarda la posizione di Bonaventura: se giocherà alto sulla linea mediana ci sarà Mandragora accanto ad Arthur, se invece giostrerà a centrocampo è previsto l’inserimento di Beltran sulla tre quarti. I viola giocheranno per se stessi e per il calcio italiano, dato che in caso di successo anche il Torino, che ha chiuso nono il campionato, staccherà il pass per l’Europa. “Abbiamo anche questa responsabilità in più, sarebbe davvero spettacolare – ha ammesso – Da quando seguo il calcio penso che nove squadre in Europa l’Italia non le abbia mai avute. Faremo di tutto per vincere anche per i nostri amici del Toro“. Ma soprattutto per lasciare un dolce ricordo a Firenze. 

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