La carriera e le idee calcistiche del tecnico a cui i rossoneri hanno affidato il post Stefano Pioli

Paulo Fonseca, 51 anni, è il nuovo allenatore del Milan. Il tecnico portoghese, alla seconda esperienza in Italia dopo il biennio alla Roma tra il 2019 e il 2021, arriva dal Lille, con cui è arrivato quarto nell’ultimo campionato francese, mancando di due soli punti l’accesso alla prossima Champions League.

Amante della difesa a quattro, fautore di un calcio dove hanno grande importanza il pressing alto e l’utilizzo delle corsie laterali, nella sua carriera Fonseca ha utilizzato il 4-2-3-1 e il 4-3-3, dimostrandosi però capace di cambiare orientamento tattico, come avvenuto alla Roma dove la maggior parte delle sue partite la squadra si è schierata con un 3-4-2-1.

L’esordio in panchina con il Pacos Ferreira e l’esperienza al Porto

Nato il 5 marzo 1973 a Nampula, nell’ex colonia portoghese del Mozambico, Fonseca si trasferisce in Portogallo da bambino, diventando calciatore – di ruolo difensore – e debuttando nel 1991 nella Serie A portoghese. La sua carriera da giocatore non sarà particolarmente significativa, trascorsa tra squadre minori con un breve passaggio al Porto: il ritiro arriva nel 2005 con la maglia dell’Estrela Amadora, squadra con cui fa il suo debutto in panchina, diventandone il tecnico delle giovanili.

La prima occasione importante è nel 2012 con il Pacos Ferreira, che Fonseca conduce al terzo posto e la qualificazione ai preliminari di Champions League, dove però viene eliminato. L’ottima stagione gli vale l’anno seguente la chiamata del Porto, tra le più titolate squadre del Paese, con cui vince una Supercoppa di Portogallo a inizio stagione ma da cui viene esonerato a marzo in seguito a risultati deludenti in Europa e soprattutto in campionato. Fonseca fa ritorno al Pacos Ferreira la stagione successiva, chiusa con un anonimo ottavo posto.

La svolta allo Shaktar Donetsk e il biennio a Roma

L’anno dopo viene chiamato dal Braga, con cui arriva quarto in campionato e riesce a conquistare la Coppa di Portogallo, aggiungendo anche un’ottima campagna europea, chiusa ai quarti di finale di Europa League. L’ottima stagione vale a Fonseca la chiamata dell’ambizioso Shaktar Donetsk nel 2016. Con la squadra ucraina vince subito campionato ucraino e coppa nazionale. Il double verrà ripetuto da Fonseca anche nei due anni successivi del suo triennio in Ucraina, a cui aggiunge il secondo anno la vittoria della Supercoppa nazionale e la conquista degli ottavi di finale di Champions League.

Un triennio positivo che gli vale la chiamata della Roma, di cui diventa allenatore l’11 giugno 2019. L’esperienza in giallorosso è però deludente: Fonseca, mai entrato pienamente in sintonia con l’ambiente, non riesce a centrare l’obiettivo Champions nelle sue due stagioni a Trigoria, venendo esonerato a maggio 2021 prima dell’annuncio di Mourinho da parte dei giallorossi.

Fonseca riparte dal Lille, dopo un anno di stop. Positive le sue due stagioni con la squadra francese, con cui ottiene un quinto e un quarto posto. Risultati sufficienti a meritare la chiamata del Milan, che punta su di lui per il post Stefano Pioli. Una sfida non certo semplice per Fonseca, in una Serie A 2024-2025 che si annuncia tra le più combattute degli ultimi anni.

 

 

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