Il ricordo del figlio del grande campione nerazzurro
Gianfelice Facchetti, figlio del grande Giacinto Facchetti ex capitano nerazzurro, ricorda il padre. Parlando a LaPresse della nomina del nuovo presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta dichiara: “Mi fanno molto piacere le parole di Marotta. Sono accomunati dal fatto di essere due presidenti non proprietari, questo è il punto di partenza, ma anche da radici lombarde di pragmatismo e di chi è cresciuto nel calcio passo dopo passo. Marotta lo ha raccontato oggi nel suo intervento in assemblea, dicendo che a 17 anni è entrato negli spogliatoi del Varese e da lì è iniziata tutta la sua carriera. Mi fa piacere che abbia ricordato papà nel momento in cui inizia il nuovo corso dell’Inter, con una nuova proprietà. Auguro a lui di poter continuare a lavorare bene per tutto il mondo Inter e a riuscire a continuare a farlo con il sostegno della proprietà e del mondo nerazzurro che non mancherà sicuramente. Anzi il mondo interista gli è grato per come ha tenuto l’Inter sempre in alto pur in mezzo alle difficoltà”.
Facchetti junior aggiunge: “Il fatto che sia poi un presidente operativo lo avvicina molto a mio padre. Ho apprezzato il discorso di Cano (manager di Oaktree, ndr), che ha confermato la massima fiducia nei dirigenti e il desiderio di garantire all’Inter prosperità e risultati. Mi sembra un modo molto saggio: entrare in punta di piedi in un club che funzione è il modo migliore per capire dove si può migliorare, perché di cose da fare ce ne saranno come ad esempio la questione stadio”. “Anche risolvere subito la questione del rinnovo di Lautaro è un modo pragmatico per far capire che si va avanti e che si riparte bene”, ha concluso.
Facchetti Jr: “La sfida è quella di mantenere l’identità dei club”
“Ormai in questo calcio è sempre più difficile la presenza di presidenti mecenati per sostenere una macchina molto costosa. Lo ha detto anche Marotta oggi in assemblea, quella idea penso ormai sia da accantonare”. Ha detto Gianfelice Facchetti, poi, a proposito delle proprietà americane di Inter e Milan i due club storici di Milano. “Ma credo anche che non sia per forza l’era di una spersonalizzazione assoluta. E’ vero che entrano i fondi, la finanza e le proprietà straniere, anche in club più piccoli come l’Atalanta che giustamente tutti esaltano. Ciò detto – ha aggiunto – la sfida è quella di mantenere l’identità in un mondo globale. È un calcio globale, ma che anche nello scenario in cui si muove può mantenere la sua identità”. “Da interista devo dire che la vera prima grande risorsa per garantire questa identità la tifoseria, unica per numeri e con un patrimonio che spesso viene taciuta che sono i club organizzati che per primo portò in Italia Helenio Herrera. E’ una tifoseria appassionata, colta, che vuole sempre conoscere la sua storia”, ha spiegato. “Noi interisti siamo la prima garanzia del nostro futuro, perché quando il regime fascista ci cambiò il nome da Internazionale in Ambrosiana, in un momento storico particolare, noi ce lo siamo ripresi e ci siamo ripresi sempre tutto quello che ci apparteneva. Il nostro punto di forza è proprio questa vicinanza e senso di appartenenza”.
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