Obiettivo tre punti per continuare a guidare il girone di Nations League e per avere un buon sorteggio, almeno sulla carta, per le qualificazioni ai prossimi Mondiali. Sullo sfondo la guerra in Medioriente che poco c’entra con il calcio, ma di cui il pallone è vittima. L’Italia si prepara ad affrontare Israele a Udine. Al ‘Bluenergy Stadium’ non ci sarà il clima di festa che, generalmente, accompagna gli Azzurri in ogni partita. Sono solo 11.700 i tagliandi staccati.
Il ct Luciano Spalletti, che a Udine ha allenato, in conferenza stampa non ha fatto mistero del dispiacere che prova a vivere questo contesto: “Mi sono trovato benissimo qui a Udine quando ho avuto la possibilità di lavorarci. E’ una città civilissima, sono contento di disputare questa partita in questo stadio, ma avrei sperato in un clima migliore“, ha detto il Ct che ha poi espresso l’auspicio della “pace in questo pezzo di terra” riferendosi alla situazione in Medioriente.
Tornando al campo Spalletti ha sottolineato come la sfida di domani sia da non fallire. Proprio per questo non ha dato nessuna indicazione sulla formazione. “La partita è carica di difficoltà perché loro sanno giocare a calcio. Giocherà la formazione migliore. Ci sono due, tre situazioni di ammoniti, ma non verranno esclusi tutti”. Una sola certezza è arrivata dal tecnico di Certaldo: “Vicario gioca”. E proprio il portiere azzurro, che a Udine è nato e cresciuto ha espresso la propria gioia per l’appuntamento”. “Dal punto di vista personale è un grande traguardo. È lo stadio dove da bambino-tifoso andavo tutte le domeniche. Domani in tribuna ci saranno la mia famiglia e tanti amici a sostenere la Nazionale. A livello emotivo sarà qualcosa di forte, che mi rende orgoglioso del percorso fatto”. Tornando alla formazione iniziale se Spalletti non ha scoperto le carte è probabile la conferma del 3-5-2 con la coppia Raspadori, Retegui in attacco. In mezzo c’è il dubbio Fagioli. I tre di difesa potrebbero essere Di Lorenzo, Buongiorno e Calafiori. In casa Israele il ct Ran Ben Shimon ha espresso bene il concetto ai suoi: “La situazione in Israele non è facile e giocare a calcio in giorni come questi è molto difficile, ma abbiamo il privilegio di giocare per la gente e cercare di renderla felice e orgogliosa. Dobbiamo concentrarci solo sulla partita e nient’altro, è il nostro lavoro. Non solo per noi, ma anche per loro”.