Il campionato riparte alle 15 con Genoa-Bologna e Como-Parma, alle 20.45 c'è Juve-Lazio

Riparte la Serie A con gli anticipi dell’ottava giornata, si parte alle 15 con Genoa-Bologna e Como-Parma, mentre alle 18 toccherà al Milan ricevere l’Udinese a San Siro, prima del match delle 20.45 tra Juventus e Lazio.

Alla vigilia della gara Paulo Fonseca sembra quasi lasciarsi andare ad una confessione: “Fare l’allenatore non è molto divertente, difficile trovare il sorriso”. Certamente gli ultimi giorni per il tecnico rossonero, non sono stati facili né particolarmente felici. L’‘insubordinazione’ di Firenze sulla scelta del rigorista, che fa il paio con il famoso caso cooling break dell’Olimpico contro l’Inter, non gli è andata giù e più che preparare la sfida di oggi contro l’Udinese, negli spogliatoi di Milanello ha parlato di ben altro. Di gruppo, leadership, spirito di squadra, regole da seguire, compattezza e risposte sul campo da dare in fretta.

Fonseca: “Io non chiudo gli occhi di fronte ai problemi”

I toni usati dal tecnico del Milan in conferenza stampa sono stati duri, a tratti pungenti, ruvidi e diretti per mandare messaggi precisi ai suoi giocatori. Fonseca non intende fare sconti a nessuno e non sembrano esserci in lui sentimenti che albergano la parola perdono. Non intende affrontare ora il tema delle punizioni (“A quelle penserò domani, penso solo allo spirito di squadra”) ma l’affondo a inizio conferenza è stato fin troppo chiaro: “Il primo giorno dopo Firenze è andato bene perché non ho visto nessuno… . E dopo questo tipo di partite di solito sono arrabbiato e quindi non mi piace vedere nessuno… Ieri abbiamo parlato molto di quanto è successo con la Fiorentina. Cosa ci siamo detti? Tutto ciò che potevamo dirci. Sappiate che io non chiudo gli occhi di fronte ai problemi. Se c’è un problema lo affronto. Non mi nascondo. Ed è quello che ho fatto.Dite che la mia è una leadership silenziosa, ma io non sono un attore, non ho bisogno di dimostrare nulla all’esterno”. Per poi aggiungere: “Non me frega un c.. dei nomi dei giocatori”.

La sosta ha dunque portato tanti pensieri. E preparare il match da cui ripartire nell’immediato per non perdere ulteriore terreno dalla vetta e dare un senso alla fiducia che il club continua a riporre nel tecnico, non deve essere stato così semplice. Di quanto è successo ne ha parlato con il ‘consigliere’ Ibrahimovic (“Ci sentiamo tutti i giorni”) ma gli ultimi cattivi segnali spingono il tecnico a riflettere su quanto si più complesso delle sue previsioni il percorso di ricostruzione post-Pioli: “È sempre difficile quando occorre cambiare tanto. Il nostro è un grande cambiamento e devo essere più paziente rispetto a quanto mi aspettassi. Abbiamo bisogno di più tempo per cambiare. Ma so che di tempo ce n’è poco. Però i giocatori stanno rispondendo bene. Dobbiamo continuare, continuo a credere che saremo un’altra squadra in futuro “sono certo che in futuro saremo un’altra squadra”.

La pazienza non è mai amica dei tecnici, per questo Fonseca forza la mano e invita la squadra a farsi un esame di coscienza: “Sono arrivato qui e il Milan aveva già tre capitani. Calabria, Theo e Leao. Posso essere o no d’accordo con questo, ma ho rispettato questa cosa. Quello che penso è che questa squadra ha bisogno di più leadership. Non è importante chi va in campo ed usa la fascia, ma è importante avere nello spogliatoio 2-3 giocatori che condividono questa leadership”. Appartenenza dunque e spirito di squadra. Solo così il Diavolo ne potrà uscire. E ridare il sorriso anche al suo tecnico: “Penso che essere allenatore in questo momento non ti fa essere la persona più felice del mondo tutti i giorni. Ma quando risolvi i problemi allora arriva grande felicità”. E vincere con l’Udinese può essere un nuovo inizio per ritrovare la serenità perduta.

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