Superlega diventa Unify League, proposta a Fifa e Uefa: cosa prevede

Dopo la sentenza della Corte Ue la A22 lancia un nuovo format con 4 leghe e 96 club partecipanti

La Superlega diventa Unify League. Quattro leghe, novantasei club partecipanti, e – soprattutto – nuovi criteri per l’accesso alla competizione che premiano il merito sportivo e segnano una netta inversione di rotta rispetto alla creazione di un torneo chiuso, uno dei pilastri del progetto iniziale del 2021. A22 Sports Management, a un anno dalla storica sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dato il via libera alla nascita di manifestazioni calcistiche alternative a quelle organizzate da Fifa e Uefa, ha lanciato la ‘Unify League’, una versione riveduta e corretta della ‘vecchia’ Superlega.

Il nuovo format di A22

La principale novità riguarda la modalità di accesso alla competizione, basata sulla classifica dei campionati nazionali. Le 96 società, appartenenti alle 55 federazioni europee, si divideranno in 4 leghe. Nella principale, la ‘Star League‘, a cui parteciperanno le migliori squadre di ogni campionato nazionale, ci saranno sedici squadre, divise in due gironi da otto con partite di andata e ritorno in casa e trasferta. Stessa formula per la ‘Gold League‘, mentre la ‘Blue League’ e la ‘Union League’ sarà composta da trentadue partecipanti. Per quanto riguarda la trasmissione delle partite, nell’intenzione degli organizzatori c’è la volontà di lanciare la piattaforma streaming ‘Unify’, che offrirà la possibilità di vedere le gare in diretta in forma gratuita, con l’inserimento di alcune pubblicità, senza trascurare abbonamenti premium – a prezzi accessibili – che prevedono funzionalità avanzate come statistiche live e telecamere personalizzate.

La proposta a Fifa e Uefa

In queste ore la A22 Sports Management, la società promotrice del nuovo format, ha inviato una lettera a Uefa e Fifa per ottenere il riconoscimento ufficiale della nuova competizione, forte del contenuto della sentenza della Corte Ue (“qualsiasi competizione, la cui qualificazione sia inclusiva, meritocratica e compatibile con il calendario complessivo, può essere avviata”) e di un sistema di qualificazione rivisto, in linea con la definizione Uefa di ‘modello sportivo europeo’. “Il nostro ampio coinvolgimento con i principali stakeholder ha fatto emergere una serie di sfide urgenti che il calcio deve affrontare, tra cui costi di abbonamento in aumento per i tifosi, un calendario sovraccarico per i giocatori, investimenti insufficienti nel calcio femminile e insoddisfazione per il formato e la governance delle attuali competizioni paneuropee – ha dichiarato Bernd Reichart, Ceo di A22 – La nostra proposta è concepita per affrontare direttamente queste sfide”. A questo punto la ‘palla’ passa nelle mani di Uefa e Fifa.

Tebas boccia la proposta: “Favorisce le big”

“Quelli di A22Sports tornano con un’idea nuova: producono format come se fossero churros, senza analizzare o studiare le ricadute economiche e sportive sulle competizioni”. Con queste parole sui social il presidente della Liga Javier Tebas ‘boccia’ la nuova proposta di A22Sports. “Il modello televisivo che propongono favorisce solo i grandi club (e loro lo sanno…) mentre mette in pericolo la stabilità economica delle leghe nazionali e dei loro club”, ha aggiunto.

Superlega, le tappe della vicenda

Dopo un rincorrersi di ipotesi e indiscrezioni, la tormentata vicenda Superlega irrompe il 19 aprile 2021, con un annuncio che ha l’effetto di un terremoto nel mondo del calcio, alla vigilia del Congresso Uefa a Montreaux. Poco dopo la mezzanotte, viene annunciato che 12 club si sono uniti per la formazione di una nuova competizione calcistica. I fondatori sono Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Milan, Real Madrid e Tottenham. Grandi registi dell’operazione sono il numero uno dei Blancos Florentino Perez e l’allora presidente dei bianconeri Andrea Agnelli. Tra le motivazioni del progetto, che promette di partire in appena cinque mesi, risorse e stabilità per superare le difficoltà finanziarie incontrate dall’intera comunità calcistica a causa della pandemia. Il format prevede 20 squadre, delle quali 15 partecipanti di diritto e altre 5 invitate. Bayern, Borussia e Psg le tre big che non aderiscono.

Durissima la reazione della Uefa, che minaccia una maxicausa e l’espulsione dei club dalle competizioni europee e dai campionati nazionali. Anche la Fifa esprime la sua contrarietà al progetto. Si uniscono al coro dei ‘no’ le federazioni nazionali e anche la maggior parte dei governi europei. Reagiscono anche i tifosi, che sui social manifestano il proprio disappunto. I supporter inglesi scendono in strada contro ‘il torneo dei ricchi’, anche giocatori e allenatori si oppongono. E qualche club inizia rapidamente a pentirsi dell’adesione: il primo è il Manchester City, che la sera del 20 aprile annuncia marcia indietro, seguito dalle altre inglesi. Anche Milan e Inter si ritirano. I club fondatori si riuniscono d’urgenza e annunciano che il progetto è sospeso: il format originario verrà ripensato. La Uefa canta vittoria. La mattina del 21 aprile, Agnelli ammette che il progetto “non può continuare con 5 o 6 squadre”. La rivoluzione è durata appena 48 ore, ma Perez, il 22 aprile, assicura che “il progetto esiste ancora”. Il 26 aprile, la Figc prova a mettersi al riparo varando una norma anti-Superlega: i club che decideranno di aderire non potranno prendere parte alla Serie A.

Qualche giorno dopo, il 7 maggio, arriva il ‘perdono’ della Uefa. Nove dei dodici club fondatori sono reintegrati, ma patteggiando una multa: 15 milioni e il 5% dei proventi Uefa, più 100 milioni se torneranno nel progetto. Resistono Juventus, Real Madrid e Barcellona. La Uefa apre un procedimento disciplinare contro le tre, per potenziale violazione del protocollo legale. Il 22 giugno Juve, Real e Barça si rivolgono alla Corte Ue per chiedere se quella di Nyon sia una posizione che va contro alla regole sulla concorrenza. La richiesta è del Tribunale commerciale di Madrid, che aveva accolto le istanze delle tre ‘superstiti’. Il 9 giugno la Uefa sospende provvisoriamente il procedimento verso i tre club, in attesa di capire se in territorio svizzero sia valida l’ordinanza del 20 aprile del Tribunale madrileno che vieta le sanzioni ai club promotori. Il 27 settembre Nyon annulla i procedimenti. Lo stesso Tribunale, il 21 aprile 2022, revoca il divieto. La Uefa accoglie con favore la decisione. Il 12 luglio, la Corte di Giustizia Europea discute il caso Superlega.

A settembre A22 Sports Management, la società chiamata a rappresentare i club di Superlega, nomina Bernd Reichart amministratore delegato. Il 15 dicembre 2022 l’Avvocatura generale della Ue esprime il suo parere, non vincolante, dando ragione all’Uefa. A gennaio il Tribunale di Madrid compie un’altra marcia indietro: le ‘ribelli’ non possono essere sanzionate. Il 13 luglio il progetto Superlega perde la Juventus che, impegnata sul fronte dei processi plusvalenze e stipendi, vuole riavvicinarsi a Nyon. Le due ‘superstiti’, Real e Barcellona, rilanciano: torneo aperto, tre serie da 20 squadre, promozioni e retrocessioni. Intanto, la Uefa ‘risponde’ con la nuova superChampions a 36 squadre, al via questa stagione. Il 21 dicembre 2023 arriva la storica sentenza della Corte Ue che riscrive i giochi: le norme Uefa e Fifa violano il diritto dell’Ue e sono contrarie al diritto della concorrenza e alla libera prestazione dei servizi. E’ il via libera ufficiale ad A22 Sports Management, che in quello stesso giorno svela il nuovo format, che promette ai tifosi “la competizione più interessante al mondo”.

A quasi un anno di distanza dal lancio di quel progetto, ecco l’Unify League, rivista e perfezionata, che vede il ritorno del merito sportivo come principio cardine della competizione, in linea con il ‘modello sportivo europeo’. Un requisito base per ottenere da Uefa e Fifa “il riconoscimento ufficiale delle nuove competizioni calcistiche europee”, ha sottolineato A22 Sports Management nella nota in cui ha annunciato di aver presentato la nuova proposta agli organi di calcio europei. A cui spetta adesso esprimersi sulla nascita di un possibile nuovo torneo.