"Bruno è tutto ciò che i telecronisti dovrebbero essere e non sono"
“Evoco Bruno Pizzul ogni volta che mi trovo a parlare con colleghi giovani dicendo come bisogna essere per coniugare il lavoro con la vita personale. Noi tendiamo molto a mischiarle, lui invece era bravissimo a separarle”. Così Marco Mazzocchi, giornalista e conduttore di RaiSport, ricorda Bruno Pizzul a LaPresse. “Una persona a cui voglio molto bene – prosegue Mazzocchi – integro, pulito, simpatico, estremamente colto, innamoratissimo di sua moglie che chiamava la tigre perché era lei il vero dominus di casa”.
“La prima volta che sono andato al seguito della Nazionale era Francia 98. Lui era il telecronista, io l’ultima ruota del carro, mi ero autonominato portatore delle formazioni e l’accenditore delle sue sigarette. Bruno è tutto ciò che i telecronisti dovrebbero essere e non sono. Improvvisava, parlava il giusto, lasciando spazi e silenzi durante le telecronache senza mai cercare iperboli e introduzioni folli, tutto ciò che i telecronisti di oggi non fanno. Era talmente sicuro di sé ma senza essere mai arrogante. Era capace di raccontare le cose. Le formazioni gliele portavo io, le voleva all’ultimo minuto, mi sedevo vicino a lui e durante le telecronache e gli accendevo le sigarette”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata