Il suo addio è sempre più quotato. Marocchino: "Non ha colpe eccessive, la rosa non è competitiva". I bianconeri potrebbero guardare agli ex Juve

Il pesante 0-4 subito dall’Atalanta all’Allianz Stadium non solo infrange i sogni di rimonta scudetto della Juventus, ma mette a rischio il quarto posto in attesa di Lazio-Udinese di stasera. I bianconeri non perdevano così male in casa dal derby del 1967 e la posizione di Thiago Motta traballa sempre più.

L’addio del tecnico italo-brasiliano entro fine campionato si gioca infatti a 2 su Snai e 2,50 su Sisal. Un crollo ulteriore rispetto al 2,75 della scorsa settimana.

I continui passi falsi dell’ultimo mese, che le cinque illusorie vittorie messe in fila in campionato avevano mascherato, hanno incrinato la fiducia da parte della dirigenza nei confronti dell’ex allenatore del Bologna, che deve fare i conti con l’amara eliminazione al playoff di Champions League (al termine di un girone chiuso al 20° posto) per mano del Psv Eindhoven, il tonfo interno contro l’Empoli nei quarti di Coppa Italia, e la fresca batosta incassata allo Stadium dalla Dea, con tanto di contestazione da parte dei tifosi che hanno abbandonato gli spalti prima del fischio finale.

L’importanza del match con la Fiorentina

In condizioni del genere pensare di andare avanti con Motta anche nella prossima annata appare un’utopia, ma in queste ore il focus in casa bianconera è rivolto sul presente e su una qualificazione in Champions League da conquistare a ogni costo per non rischiare di dover sacrificare qualche pedina eccellente sul mercato estivo per compensare i mancati introiti della principale competizione per club. Ecco perché la partita con la Fiorentina, un vero e proprio scontro diretto per l’Europa in programma domenica prossima al ‘Franchi’, rappresenta un crocevia fondamentale per il destino di Thiago. Un altro scivolone infatti potrebbe spingere l’area tecnica a un cambio istantaneo al timone, che avverrebbe proprio in coincidenza con la sosta delle Nazionali. Il nome più chiacchierato nelle vesti di traghettatore è quello di Igor Tudor, l’alternativa low cost è rappresentata dall’attuale tecnico della Next Gen Massimo Brambilla. 

Cosa c’è nel (possibile) dopo-Motta

Insomma, il rischio per Thiago Motta c’è: sul tavolo peseranno non solo i risultati, in questo caso scarsi, ma anche i rapporti con la squadra nello spogliatoio, non sempre idilliaci. Secondo molti osservatori, l’impressione è che se le cose si metteranno male la scelta ricadrà probabilmente su qualche ex Juve.

In caso di mancata conferma, i bookmaker offrono Gian Piero Gasperini a 5,50 sulla panchina bianconera nella prossima stagione. Seguono, in lavagna, l’ex ct della Nazionale Roberto Mancini, a 6,50, e il ritorno di Antonio Conte a 7,5 volte la posta. Gasperini ha già annunciato, oltretutto, che non rinnoverà con l’Atalanta.

Anche sui social ha preso piede l’hashtag #MottaOut, che circola sia tra i detrattori che tra i fan bianconeri.

Marocchino: “Motta non ha una colpa eccessiva, non ha rosa competitiva come le prime tre”

Motta non ha a disposizione una rosa competitiva come le prime tre, è al livello del mucchio selvaggio per la zona Champions. Non ha una colpa eccessiva, sicuramente è un po’ ostinato. Quando ho visto nella ripresa Koopmeiners a destra per non cambiare modulo, ci sono rimasto un po’ male. Mi sono messo nei panni del giocatore, già demoralizzato perché non riesce a esprimere il suo potenziale, in più relegato a esterno in un ruolo suo. Il modulo non è che deve essere sempre lo stesso a oltranza”. Così Domenico Marocchino, doppio ex di Juve e Atalanta, ospite di Radio Anch’io su Rai Radio 1, sul tracollo bianconero dopo il netto 0-4 subìto ieri sera allo Stadium contro la squadra di Gasperini. “Invece di architetti, bisogna essere dottori. E la diagnosi sulla Juve di Allegri dell’anno scorso non è stata centrata bene. Si pensava che potessero bastare delle aspirine, invece ci volevano degli antibiotici. C’è una bella differenza tra la Juve di Allegri e quella di Thiago Motta – ha aggiunto – Prima della partita, ho detto che Juve-Atalanta sembrava fanti contro bersaglieri. La Juve va avanti a piccoli passi, ogni tanto trova delle buche come quella di ieri sera, cade dentro, e poi fa il piccolo passo la partita successiva. Il problema sostanziale sta nella valutazione di base. Ci sono state delle valutazioni troppo rapide e poco ragionate a freddo”.

Parlando di Dusan Vlahovic, “non è un giocatore che fa reparto. Non è Bettega, non è Boninsegna, non è Ciccio Graziani. Deve essere sfruttato per le sue caratteristiche e inserito in un contesto e non è uno che lo crea il contesto. La Juve comunque ha un problema di svalutazione di molti suoi giocatori: con Koopmeiners, Douglas Luiz e lui sul mercato, la Juve recupererebbe molto meno rispetto a quello che ha speso – ha aggiunto Marocchino – La lotta scudetto? Lo definirei un campionato ventilato, con diverse folate”.

“Sicuramente è un campionato un po’ spiazzante, nonostante ci siano in vetta le tre squadre a mio avviso più competitive e con allenatori molto pragmatici. Purtroppo non c’è Allegri, anche lui badava al sodo”, prosegue. Sulla corsa a tre per il titolo “credo la classifica sia giusta e rispecchi le forze in campo. L’Inter ha l’organico più forte. Gasperini fa respirare meglio i giocatori, sembra che abbiano più fiato. Se metti i giocatori dell’Atalanta in una piscina e li fai andare sott’acqua, sono gli ultimi a risalire su. Sono forti organicamente, oltre che tecnicamente – ha concluso – Ma più sali, e più manca l’ossigeno e diventa difficile poi mantenere certi risultati”.

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