Il suo addio è sempre più quotato. Marocchino: "Non ha colpe eccessive, la rosa non è competitiva". I bianconeri potrebbero guardare agli ex Juve

Il pesante 0-4 subito dall’Atalanta all’Allianz Stadium non solo infrange i sogni di rimonta scudetto della Juventus, ma mette a rischio il quarto posto in attesa di Lazio-Udinese di stasera. I bianconeri non perdevano così male in casa dal derby del 1967 e la posizione di Thiago Motta traballa sempre più.

L’addio del tecnico italo-brasiliano entro fine campionato si gioca infatti a 2 su Snai e 2,50 su Sisal. Un crollo ulteriore rispetto al 2,75 della scorsa settimana.

Cosa c’è nel (possibile) dopo-Motta

Insomma, il rischio per Thiago Motta c’è: sul tavolo peseranno non solo i risultati, in questo caso scarsi, ma anche i rapporti con la squadra nello spogliatoio, non sempre idilliaci. Secondo molti osservatori, l’impressione è che se le cose si metteranno male la scelta ricadrà probabilmente su qualche ex Juve.

In caso di mancata conferma, i bookmaker offrono Gian Piero Gasperini a 5,50 sulla panchina bianconera nella prossima stagione. Seguono, in lavagna, l’ex ct della Nazionale Roberto Mancini, a 6,50, e il ritorno di Antonio Conte a 7,5 volte la posta. Gasperini ha già annunciato, oltretutto, che non rinnoverà con l’Atalanta.

Anche sui social ha preso piede l’hashtag #MottaOut, che circola sia tra i detrattori che tra i fan bianconeri.

Marocchino: “Motta non ha una colpa eccessiva, non ha rosa competitiva come le prime tre”

Motta non ha a disposizione una rosa competitiva come le prime tre, è al livello del mucchio selvaggio per la zona Champions. Non ha una colpa eccessiva, sicuramente è un po’ ostinato. Quando ho visto nella ripresa Koopmeiners a destra per non cambiare modulo, ci sono rimasto un po’ male. Mi sono messo nei panni del giocatore, già demoralizzato perché non riesce a esprimere il suo potenziale, in più relegato a esterno in un ruolo suo. Il modulo non è che deve essere sempre lo stesso a oltranza”. Così Domenico Marocchino, doppio ex di Juve e Atalanta, ospite di Radio Anch’io su Rai Radio 1, sul tracollo bianconero dopo il netto 0-4 subìto ieri sera allo Stadium contro la squadra di Gasperini. “Invece di architetti, bisogna essere dottori. E la diagnosi sulla Juve di Allegri dell’anno scorso non è stata centrata bene. Si pensava che potessero bastare delle aspirine, invece ci volevano degli antibiotici. C’è una bella differenza tra la Juve di Allegri e quella di Thiago Motta – ha aggiunto – Prima della partita, ho detto che Juve-Atalanta sembrava fanti contro bersaglieri. La Juve va avanti a piccoli passi, ogni tanto trova delle buche come quella di ieri sera, cade dentro, e poi fa il piccolo passo la partita successiva. Il problema sostanziale sta nella valutazione di base. Ci sono state delle valutazioni troppo rapide e poco ragionate a freddo”.

Parlando di Dusan Vlahovic, “non è un giocatore che fa reparto. Non è Bettega, non è Boninsegna, non è Ciccio Graziani. Deve essere sfruttato per le sue caratteristiche e inserito in un contesto e non è uno che lo crea il contesto. La Juve comunque ha un problema di svalutazione di molti suoi giocatori: con Koopmeiners, Douglas Luiz e lui sul mercato, la Juve recupererebbe molto meno rispetto a quello che ha speso – ha aggiunto Marocchino – La lotta scudetto? Lo definirei un campionato ventilato, con diverse folate”.

“Sicuramente è un campionato un po’ spiazzante, nonostante ci siano in vetta le tre squadre a mio avviso più competitive e con allenatori molto pragmatici. Purtroppo non c’è Allegri, anche lui badava al sodo”, prosegue. Sulla corsa a tre per il titolo “credo la classifica sia giusta e rispecchi le forze in campo. L’Inter ha l’organico più forte. Gasperini fa respirare meglio i giocatori, sembra che abbiano più fiato. Se metti i giocatori dell’Atalanta in una piscina e li fai andare sott’acqua, sono gli ultimi a risalire su. Sono forti organicamente, oltre che tecnicamente – ha concluso – Ma più sali, e più manca l’ossigeno e diventa difficile poi mantenere certi risultati”.

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