È morto Giuseppe ‘Giussy’ Farina, imprenditore ed ex presidente di Lanerossi Vicenza e del Milan e proprietario del Padova. Adriano Galliani e tutto il Monza “partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa di Giuseppe ‘Giussi’ Farina, Presidente del Milan dal 1982 al 1986”.
Di origini contadine, laureato in giurisprudenza, riuscì ad affermarsi nel mondo del calcio arrivando alla presidenza del Lanerossi Vicenza nel 1968. Guidò il L.R. Vicenza per dodici anni, squadra che portò ai vertici del calcio nazionale con il secondo posto del 1978. Nell’estate del 1975 acquistò da Marino Boldrin il Calcio Padova per 393 milioni di lire. Rimarrà proprietario del Calcio Padova fino al giugno 1979 quando cede a Ivo Antonino Pilotto prima il 60% delle azioni biancoscudate e successivamente il restante 40%. Il suo declino a Vicenza è legato proprio al giocatore che era il suo pupillo: nel braccio di ferro con la Juventus dell’estate 1978 si arrivò alle buste per risolvere la comproprietà e Farina scrisse la cifra di 2.612 milioni contro un’offerta piuttosto bassa della Juventus. Si trattava della più grossa valutazione per un calciatore all’epoca e gli oltre due miliardi e mezzo sborsati causarono un grave buco nelle casse di una società di provincia. Farina fu costretto a lasciare la società (al figlio Francesco Farina) nel gennaio 1981, con un “buco” di bilancio molto consistente, per poi ritentare l’avventura al Milan nel 1982, acquistando da Colombo la società a pochi mesi dalla retrocessione in serie B. Dopo la facile promozione dell’anno successivo (allenatore Castagner), la prima stagione di serie A non fu fortunatissima (e registrò il fallimento dello “straniero” Blissett) e andò molto meglio nella seconda (altri due inglesi: la rivelazione Hateley e Wilkins). Con l’arrivo di Nils Liedholm in panchina (e Agostino Di Bartolomei) giunse anche la partecipazione alla Coppa UEFA, ma il suo periodo rossonero si chiuse senza molta fortuna nel 1986, quando la società fu presa in consegna da Silvio Berlusconi a un passo dal fallimento. Nel 2006 tentò di costituire una cordata per rilevare l’Hellas Verona, iniziativa che però non ebbe seguito dopo che la società scaligera trovò un acquirente nel conte Pietro Arvedi d’Emilei.