I lariani preparano l'ultimo miglio del loro progetto: obiettivo le coppe, traguardo mai raggiunto in 120 anni di storia
E ora? Ottenuta la salvezza matematica grazie alla vittoria di misura di domenica sul Genoa, il Como di Nico Paz, di Cesc Fàbregas e degli ambiziosissimi proprietari indonesiani Hartono si interroga sul suo futuro prossimo. Fatto il primo passo nella tabella di marcia, vale a dire la stabilizzazione in Serie A, la società lariana punta ora all’ultimo miglio del grande progetto iniziato nel 2019: la costruzione di una squadra capace di puntare alla qualificazione alle coppe europee, traguardo mai raggiunto in quasi 120 anni di storia.
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— Como1907 (@Como_1907) April 27, 2025
Primo passo la conferma di Fàbregas
Un salto di qualità che non sembra scindibile proprio dalla conferma di Cesc Fàbregas: arrivato in panchina a metà della scorsa stagione in Serie B tra i dubbi di tifosi e addetti ai lavori, l’ex centrocampista di Arsenal e Barcellona si è rivelato un allenatore modernissimo, ormai unanimemente considerato tra i migliori della massima serie (in particolare per quanto visto nelle sfide contro le big del campionato) e capace di condurre una neopromossa a una salvezza tranquilla, giocando un calcio tra i più godibili del torneo. “Fabregas è un uomo molto focalizzato sul progetto. Abbiamo firmato tempo fa quattro anni di contratto, ne mancano altri tre. Stiamo programmando il futuro: questo non esclude niente ma mi fa sicuramente ben sperare”, ha sottolineato il ds lariano Ludi, che per scacciare le attenzioni dei grandi club sul tecnico spagnolo – Milan, Roma e Lipsia avrebbero già chiesto informazioni – prepara un’estate di pochi e mirati ritocchi (difficile aspettarsi, per bocca della stessa società, un mercato da decine di innesti). Obiettivo, fare sì che l’andamento da parte sinistra della classifica ottenuto nel girone di ritorno possa diventare un ruolino abituale.
Como, gli obiettivi del calciomercato estivo
Aldilà di sogni che sembrano al momento improbabili da realizzare (a partire da quel Kevin De Bruyne in uscita dal Manchester City), sicuramente ci sarà da ritoccare la difesa, dove soprattutto il pacchetto dei centrali non sembra all’altezza dei nuovi, più ambiziosi obiettivi. La solidità difensiva è stata infatti uno dei grandi problemi di quest’anno, con moltissimi punti persi in rimonta (le due sfide con il Milan, il match con la Roma all’Olimpico, l’Atalanta e il Bologna in casa) che hanno peggiorato una classifica che sarebbe potuta essere ancora più lusinghiera. A centrocampo e in attacco ci sarà invece da blindare le stelle (il trio di centrocampo tutto tecnica Perrone-Caqueret-Da Cunha, oltre alle due grandi rivelazioni del campionato, i giovani d’oro Nico Paz e Assane Diao) e da trovare un centravanti ‘apriscatole’ in grado di risolvere le partite più abbordabili sulla carta, che quest’anno sono paradossalmente state le più complicate per una squadra che vede nello scontro aperto tra squadre votate all’attacco un terreno di battaglia più congeniale rispetto alla sfida frontale al blocco basso difensivo. Sarà su questi miglioramenti, in particolare sul vincere le partite ‘sporche’, che si misureranno dal prossimo agosto sia le ambizioni del Como che quelle del suo allenatore, posti di fronte alla sfida di bilanciare le grandi attese per la stagione a venire con la necessità di evitare ansie da prestazione, fisiologiche per via delle grandi aspettative ormai rivolte sul Lario.
Il progetto del nuovo stadio
Sono tante poi le partite che si giocheranno oltre il terreno di gioco: in particolare intorno al progetto del nuovo stadio del Como, che dovrebbe dotare la città di un impianto all’avanguardia e ‘funzionale’ alle esigenze di un club che ambisce ad entrare nell’élite del calcio, ma che allo stesso tempo sta generando un forte dibattito cittadino per come inciderà su un impianto storico come il Sinigaglia, amatissimo dai tifosi e situato a pochi passi dal Lago in una delle location più iconiche della città. In ogni caso, il futuro sul Lario sembra roseo, con al comando un tecnico giovane e affamato e una squadra ai suoi ordini disposta a tutto per soddisfare le sue indicazioni: ma dall’anno prossimo il Como non sarà più una sorpresa, con tutto ciò che questo nuovo status vorrà dire sin dalla prima partita della Serie A 2025-26.
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