I leader delle principali economie mondiali si sono riuniti virtualmente al summit ospitato dall'Arabia Saudita

Mentre la pandemia di Covid-19 continua a mietere vittime, i leader delle principali economie mondiali si sono riuniti virtualmente al summit del G20 ospitato dall’Arabia Saudita. L’emergenza sanitaria e il conseguente crollo economico sono stati al centro del vertice presieduto dal re Salman che nel suo intervento introduttivo ha promesso ogni sforzo necessario per porre fine alla crisi. “La pandemia è stata uno shock senza precedenti che ha colpito il mondo intero in poco tempo causando danni sociali ed economici”, ha sottolineato il re, “abbiamo il dovere di raccogliere insieme la sfida durante questo vertice e dare un forte messaggio di speranza e rassicurazione ai nostri popoli”.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel suo intervento al summit si è mostrato ottimista sottolineando che gli “sforzi congiunti ci porteranno presto a una svolta nella nostra lotta contro il coronavirus” ma ha avvertito che la recrudescenza della pandemia in molte regioni richiede, ancora una volta, “decisioni difficili” da parte dei governi e “importanti sacrifici da parte dei cittadini”. “L’Italia sta lavorando intensamente allo sviluppo di strumenti e meccanismi per superare la pandemia e migliorare la preparazione globale”, ha spiegato Conte, sottolineando che la risposta globale al Covid sarà la priorità della prossima presidenza italiana del G20.

La pandemia ha avuto un impatto economico di vasta portata sui Paesi in via di sviluppo, ma anche sulle nazioni più ricche del mondo, con nove Stati del G20, Italia inclusa, che risultano tra i più colpiti per numero di contagi. L’Organizzazione internazionale del lavoro ha rilevato che nei soli paesi del G20, che rappresentano circa l’85% della produzione economica mondiale e tre quarti del commercio internazionale, è andato perso un equivalente di 225 milioni di posti di lavoro a tempo pieno nel terzo trimestre dell’anno. La pandemia ha colpito perfino tre dei leader degli stati membri: il primo ministro britannico Boris Johnson, il presidente del Brasile Jair Bolsonaro e il presidente Usa Donald Trump.

Dai capi di Stato e di governo è arrivato unanime l’appello a garantire un accesso equo ai vaccini, anche ai Paesi con meno risorse, alla luce dei recenti progressi effettuati dalle società farmaceutiche. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha chiesto di investire 4,5 miliardi di dollari attraverso l’iniziativa ACT Accelerator, promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità, entro la fine del 2020 per l’approvvigionamento e la consegna dei test, dei trattamenti e dei vaccini ovunque. L’invito alla solidarietà è arrivato anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese Emmanuel Macron.

Una voce fuori dal coro è stata invece quella del presidente Usa Donald Trump, il cui intervento è stato confermato poco prima del summit. “Non vedo l’ora di lavorare di nuovo con voi per molto tempo”, avrebbe detto il tycoon, secondo i media britannici, suggerendo ai leader che rimarrà al potere ancora a lungo. Trump si sarebbe poi vantato dei successi economici e dell’esercito, portando il discorso su temi nazionali, mentre gli altri leader parlavano di questioni globali. Da Russia e Cina è arrivato invece un appello in campo economico ad abbandonare il protezionismo e le sanzioni unilaterali. La presidenza saudita del summit è stata fortemente criticata da attivisti, politici e ong che hanno denunciato le politiche dello Stato arabo in materia di diritti umani e l’intervento in Yemen.

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