La linea è quella della prudenza e del rigore. Nessuna deroga al coprifuoco delle 22 – compresa la vigilia di Natale e quella della notte di San Silvestro – bar e ristoranti chiusi dalle 18 e niente pranzi ‘fuori porta’ nelle feste comandate (compreso il giorno di santo Stefano), come era consuetudine prima dell’era Covid-19. Ma anche stop a piscine e palestre, e impianti invernali serrati. “Non possiamo permetterci vacanze sulla neve, ma mettiamo subito i ristori sul piatto”, avrebbe assicurato il premier Giuseppe Conte. La stagione invernale, secondo l’avvocato pugliese, “potrà riprendere a febbraio e marzo e anche Francia e Germania dovrebbero rientrare in questa soluzione”. Resta il dubbio sulla possibilità di chiudere o meno gli alberghi vicino agli impianti, in montagna. Conte si sarebbe riservato di fare un’ulteriore verifica: con gli impianti chiusi e lo stop alle mobilità tra le regioni potrebbero anche restare aperti.
L’esecutivo impone prima nella riunione con Regioni, Upi e Comuni, a seguire con i capigruppo e poi con i capidelegazione la linea dura, anche se in previsione si potrebbe parlare di un’Italia tinta di giallo. Resta la divisione in tre zone di rischio per il monitoraggio dell’andamento del virus, con l’apertura del ministro Speranza a un ‘confronto’ sui parametri che le determinano. L’apertura che il presidente del Consiglio ha posto sul tavolo – in presenza di Roberto Speranza, Dario Franceschini, Alfonso Bonafede e Teresa Bellanova- e che sarà oggetto di un ulteriore confronto, è quella relativa alla possibilità di permettere agli affetti più stretti di spostarsi da regione a regione durante il periodo natalizio, opzione fino ad ora consentita solo per il rientro dei residenti nella propria abitazione. Il premier si sarebbe detto orientato a non legare spostamenti solo ai residenti, ma allargare ai ricongiungimenti familiari senza però riaprire il dibattito su congiunti o affetti stabili. Ok, invece, alla possibilità di spostamento per raggiungere le seconde case, che potrebbe avvenire anche tra regioni diverse. E per i residenti, qualora il ritorno a casa fosse da un paese estero, scatterebbe la quarantena.
Il Dpcm prende forma con una serie di riunioni per tutta la giornata di oggi, e che vedranno, secondo il timing condiviso da Speranza con i governatori, oggi la condivisione in parlamento e poi in serata il varo del testo, che sarà operativo dal 4 dicembre al 15 gennaio. Il pacchetto che raccoglie le misure per il periodo natalizio sarà invece contenuto in un decreto legge, con valenza dal 21 al 6 gennaio (non esclusa l’ipotesi, ancora al vaglio che si arrivi al 10 gennaio), viene riferito dalla riunione con gli esponenti politici della maggioranza, e si renderebbe necessario per a dare copertura normativa alle restrizioni delle libertà personali previste proprio per quel periodo.
Per quanto riguarda le feste a casa il Governo pensa solo a una ‘soft law’ per disciplinare i cenoni. Solo “raccomandazioni” e inviti al rispetto delle regole, avrebbe spiegato Conte, ponendo l’attenzione sul fatto che mantenendo alle 22 il coprifuoco anche la notte del 24 e del 31 dicembre, “andiamo già a incidere sulla convivialità”. Non ci sarebbe, quindi, un’indicazione del numero massimo di commensali a tavola, per il premier “impossibile da verificare”.