Come affrontare il periodo delle feste in un momento così difficile per l'emergenza coronavirus

Il Natale è per tutti i bambini un momento speciale, ma quest’anno il Covid ha stravolto l’immagine stessa delle feste. Le famiglie non potranno più riunirsi per trascorrere le giornate insieme e i parenti lontani rimarranno tali.

Se per gli adulti è difficile da accettare, lo è ancora di più per i piccoli che aspettano questo periodo per tutto l’anno. Lo è anche per i genitori che dovranno gestire da casa un ‘Natale non Natale’. Per farci aiutare, LaPresse ha chiesto consigli ad Annalisa Perino, pedagogista ed educatrice montessoriana, autrice di numerosi libri dedicati ai più piccoli.

I bambini avranno problemi a gestire questo Natale così particolare?

I bambini respirano l’aria che facciamo loro respirare. Sarà nostra responsabilità quest’anno cercare di ‘contagiarli’ dal punto di vista emotivo, cercando di essere noi i primi a vivere la situazione senza caricarla di preoccupazione, tristezza o malinconia, ma cercando delle soluzioni e delle strategie di vicinanza emotiva ora che la vicinanza fisica è più difficile.

Quali sono i metodi che consiglia per accorciare le barriere fisiche?

Un metodo è l’uso della posta: scrivere lettere a nonni, cuginetti, zii lontani, attendere il postino che ci porti la risposta, un piccolo pensiero o i regali. In questo modo i bambini avranno a che fare con una lentezza per loro inusuale e questo diventa davvero un’esperienza unica. Ci sono anche le tecnologie: registrare una canzone da mandare, condividere foto e immagini per sentirsi più vicini. Si possono anche organizzare con altri membri della famiglia delle videochiamate per cucinare lo stesso piatto e magari condividere del cibo a distanza.

Cosa dovrebbero fare i genitori secondo lei per rendere piacevoli questi momenti?

Per i bambini ma soprattutto per i genitori questo Natale potrebbe essere l’occasione per approfondire la conoscenza reciproca. Questo Natale un po’ rallentato potrebbe darci l’occasione di goderci più a pieno esperienze piccole e intime tra genitori e figli che a volte sfuggono alla frenesia della comunità più allargata. Godersi di più il momento del risveglio, dell’addormentamento, del guardare un film tutti insieme, una lettura, cucinare insieme ma anche solo parlare e a rispondere alle domande dei bambini in modo più approfondito perché c’è tempo e spazio per farlo.

Ci sono però situazioni già complesse, come quelle delle famiglie con genitori separati…

La situazione non è semplice e non dobbiamo dimenticare che il compito dei genitori è garantire sempre e comunque il benessere dei bambini. Dobbiamo quindi dar loro ciò che sappiamo può dare stabilità, ordine e gioia. Qualunque cosa io stia vivendo e facendo, se la vivo con serenità acquisisce un’importanza che dà al bambino soddisfazione. Dove ci troviamo conta certo, ma non tanto il come faccio le cose, come le dico.

A essere sconvolti dalla pandemia sono stati tutti i ritmi, compresi quelli dei genitori che spesso hanno fatto fatica a raccontare la situazione ai loro figli. Come si comunica correttamente il virus ai più piccoli?

I bambini hanno delle risorse che noi spesso sottovalutiamo. Sono di natura entusiasti e capaci di mettersi in gioco più degli adulti perché meno strutturati. Come pedagogista montessoriana, ritengo che la scienza sia sempre importante da comunicare ai bambini e non credo che sia necessario fantasticare troppo su questo virus che è una malattia e come tale si comporta. Per i bambini è importante sapere che i genitori sono sereni, fiduciosi e speranzosi. A loro bisognerebbe dire che è una situazione che si sta evolvendo, che ci sono persone competenti che se ne stanno occupando, raccontando quello che noi possiamo fare per proteggere gli altri. Questa è anche l’occasione per educare a un senso di responsabilità civica e al sentirsi parte di una comunità.

Quale dunque il consiglio più importante da dare ai genitori?

Noi possiamo imparare molto dai bambini perché sono loro i primi a essere felici di essere a casa con mamma e papà. I bambini vivono nel presente e quindi i genitori devono curare il presente, senza caricare di ansia e preoccupazione.

Il rischio è però trovare i bambini attaccati alla tv per 10 giorni.

Questo no. Bisogna sempre ricordarsi dei bisogno dei più piccoli: nonostante il periodo difficile non bisogna calare l’attenzione su regole e divieti che sono fondamentali per il bambino e che sono punti di riferimento che servono anche in un momento così.

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